Coronavirus e RSA, sindacati dei pensionati contro Fontana.

Veduta esterna dell’istituto Palazzolo don Gnocchi - Tre dirigenti dell’Istituto Palazzolo don Gnocchi di Milano sono indagati dalla procura di Milano per i contagi e le morti nella RSA per coronavirus Covid.19, Milano 11 Aprile 2020Ansa/Matteo Corner
Le dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Regione Lombardia sul Corriere della Sera di oggi sono inaccettabili.  Il modello sanitario lombardo, a distanza di 5 anni dalla legge che l’ha istituito, ha dimostrato tutte le sue debolezze e le sue lacune, che con l’arrivo del Covid 19 si sono purtroppo concretizzate in oltre 15.000 morti, soprattutto tra gli anziani.  
Quando Fontana afferma che si stava già rafforzando la medicina del territorio, omette di dire che il percorso di attivazione della rete territoriale assistenziale ci è stato presentato nel mese di luglio dello scorso anno e poi, inspiegabilmente, tutto si è fermato.  L’unica cosa che è stata fatta da luglio all’inizio del 2020 è stata la riorganizzazione della rete ospedaliera, attraverso chiusure di reparti e riduzioni di servizi, senza compensare i tagli con interventi sul territorio.  
Noi in rappresentanza del sindacato pensionati abbiamo più volte e in tantissime occasioni fatto presente a Regione Lombardia le criticità di quel percorso che rischiavano, ancora una volta, di rivelarsi un fallimento come lo è stato il modello di “presa in carico” dei malati cronici avviato nel 2018.Nessuna attenzione è stata prestata da Regione Lombardia ai nostri contributi e il risultato, purtroppo, si è visto nell’emergenza.  
Sulle migliaia di morti all’interno delle RSA è quantomeno stucchevole il continuo rimpallo di responsabilità tra Regione Lombardia ed i gestori delle RSA.
 Il presidente dice che il compito della regione è controllare il rispetto dei protocolli, ci dica se questo è avvenuto e come. Sempre il presidente Fontana scarica le responsabilità sulle RSA asserendo che si tratta di enti privati, confermando la critica più forte che abbiamo sempre fatto. Privatizzare la salute dei cittadini facendola diventare occasione di profitto è stato un errore, ora implicitamente riconosciuto dallo stesso presidente.   Si dice, mentendo, che quello che è successo in Lombardia è successo in tutta Italia. In Lombardia i decessi sono stati il 49% del totale dei decessi per COVID 19 nel nostro paese mentre i tamponi effettuati nella nostra regione sono stati solo il 19% del totale eseguiti in Italia facendo venire meno una azione di sorveglianza attiva e di contenimento della pandemia  Di fronte alle vite spezzate e al dolore dei famigliari, bisognerebbe avere l’umiltà di ammettere gli errori e soprattutto la volontà di porvi rimedio.  Alle nostre numerose richieste di convocazione sul tema RSA, Regione Lombardia non si è degnata nemmeno di rispondere. L’autoreferenzialità porta inevitabilmente a commettere errori, che invece potevano essere evitati, o quantomeno contenuti e che invece rischiano di ripresentarsi, visto che   veniamo a sapere dalla stampa che sono stati istituiti due tavoli di lavoro sulla fase 2 nelle RSA e sulla disabilità con le associazioni dei gestori, escludendo ancora una volta chi rappresenta gli anziani e i non autosufficienti.  Alla Magistratura la verifica delle responsabilità penali che si dovessero accertare, alla politica verificare la responsabilità’ di chi ha gestito la sanità’ in Lombardia e ha gestito l’emergenza sanitaria, che non può e non deve essere insabbiata.
 
per Segreteria SPI – CGIL        per Segreteria FNP – CISL     per Segreteria UILP – UIL                                  Valerio Zanolla                              Emilio Didonè                       Emanuele Ronzoni