Coronavirus, Catena (Sacco): non è terza ondata ma seconda lunga. Pronti a fronteggiare emergenze in terapia intensiva.

MILANO 29/1/2020 - OSPEDALE SACCO LABORATORI DI RICERCA MICROBIOLOGIA CLINICA VIROLOGIA E BIOEMERGENZA - FOTO FASANI/ANSA

“Nelle terapie intensive lombarde oggi abbiamo più di 400 ricoverati e 150 sono stati i nuovi ricoveri nell’ultima settimana. Sicuramente un dato piuttosto preoccupante”. Lo ha detto a Buongiorno, su Sky TG24, Emanuele Catena, primario del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Sacco di Milano.

“All’ospedale Sacco – ha spiegato – abbiamo osservato un aumento del flusso dei pazienti in Pronto Soccorso, un aumento dei ricoveri e un’iniziale pressione sulla terapia intensiva. Sicuramente la situazione si caratterizza per una disomogeneità delle aree, nelle province di Brescia e Bergamo abbiamo una forte pressione, una crescita esponenziale dei ricoveri, anche in terapia intensiva, mentre in altre zone la progressione sembra andare più lentamente”.

“Come coordinamento delle terapie intensive, la Regione Lombardia si è mossa molto precocemente e rapidamente: in queste ore stiamo aumentando i posti letto di tutti gli ospedali, di Milano e lombardi, per arrivare almeno a circa 700 letti disponibili. Siamo pronti per affrontare un’eventuale emergenza”. Lo ha detto a Buongiorno, su Sky TG24, Emanuele Catena, primario del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Sacco di Milano.
“La distribuzione a zone rende difficile fare previsioni certe – ha aggiunto -, sicuramente siamo in uno stato di massima allerta”.

“Più che di terza ondata parlerei di un ulteriore picco di una seconda ondata mai conclusa, perché le terapie intensive in questi mesi non si sono mai del tutto svuotate”. Così a Buongiorno, su Sky TG24, Emanuele Catena, primario del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Sacco di Milano. “Non abbiamo ancora dati certi – ha detto poi – e non possiamo ancora affermare che in questa ondata ci sia un coinvolgimento di una fascia più bassa dell’età. Sicuramente stiamo osservando una manifestazione di malattia in giovani adulti, nella fascia 40-50 anni, una manifestazione severa della malattia in soggetti senza patologie preesistenti. Questo fenomeno si è manifestato anche nella prima ondata e si sta ripetendo in questi giorni. È presto per fare osservazioni in questo senso, però occorre porre molta attenzione perché la variante inglese ha una tendenza a diffondersi molto importante e il coinvolgimento di fasce di età più bassa nelle prossime settimane potrebbe diventare una realtà”.(MiaNews)