Condominio smart, risparmio energetico del 59%.

Nel giorno che le stime meteo indicano come il più caldo dell’estate 2019, nella città di Milano si inaugura il primo condominio dello smart district di Porta Romana quale esempio innovativo di edificio in grado di abbattere i consumi e garantire un elevato comfort abitativo, a partire dalla temperatura interna degli appartamenti. In un’estate che si preannuncia torrida, quindi, l’inaugurazione del primo condominio digitale del progetto europeo Sharing Cities, rappresenta l’esempio del compimento di un processo tra i più innovativi in Europa, che guarda alla mitigazione dei cambiamenti climatici e al miglioramento del benessere degli abitanti attraverso soluzioni tecnologiche sempre più avanzate.

A tagliare il nastro al condominio di via Passeroni 6 sono stati l’Assessore al Commercio e Smart City del Comune di Milano Cristina Tajani, il coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia Damiano Di Simine, l’amministratore delegato di Teicos Group Cecilia Hugony, Francesca Hugony di ENEA, Gloria Domenighini di Assimpredil ANCE e Leonardo Caruso di ANACI Lombardia.

 

L’intervento realizzato su questo condominio si distingue per l’alta innovazione in fase di esecuzione, grazie all’utilizzo della tecnologia BIM (Building Information Modeling) e per essere il primo per cui sono disponibili iniziali dati di monitoraggio ambientale forniti dal kit ValorizzaMI. Il condominio infatti ha aderito al progetto SPICA, finanziato da Regione Lombardia, avviato a fine estate scorsa da Teicos Group, Future Energy e Cefriel, per il controllo dei consumi energetici nei condomini di Milano. SPICA è stato ideato con l’obiettivo di offrire agli inquilini consapevolezza su come i propri comportamenti possono condizionare le prestazioni energetiche del proprio edificio riqualificato.

 

«L’innovazione non è solo quella che si sviluppa negli istituti di ricerca: è prima di tutto quella che contamina la quotidianità dei comportamenti dei cittadini, a partire da spazi di vita e condivisione quali sono i condomini: grazie al progetto europeo Sharing Cities, a cui Milano partecipa insieme a Londra e Lisbona, le buone pratiche di riqualificazione degli edifici diventano prassi corrente e migliorano la città – commenta l’Assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive Cristina Tajani -. Grazie a questi interventi sperimentiamo in città un modello di riqualificazione urbana che consentirà di abbattere i consumi energetici attorno al 60% negli stabili privati e pubblici».

 

La riqualificazione ha coinvolto ogni parte comune dell’edificio, dalle facciate ai basamenti e sottotetti e ai cassonetti delle finestre, fino agli impianti termici ed energetici, dotando la struttura di un nuovo ed efficiente generatore di calore e di pannelli fotovoltaici e risanando le parti in amianto ancora presenti sulle coperture e negli impianti.

L’originario edificio degli anni ’70 ha così dimezzato tanto i propri consumi energetici quanto, conseguentemente, le proprie emissioni atmosferiche. Il comfort interno è tenuto sotto controllo, sia attraverso la telegestione degli impianti, sia grazie alla sensoristica d’avanguardia di SPICA.

 

I dati rilevati dalla sensoristica di monitoraggio comprendono il periodo invernale dal 1 dicembre 2018 al 1 gennaio 2019 e il periodo estivo-autunnale dal 25 agosto al 25 ottobre 2018. In inverno, la comparazione realizzata con un altro condomino non riqualificato in osservazione, ha confermato un risparmio dei consumi energetici complessivi pari al 59% nonostante sia stata registrata una temperatura media interna invernale di 22 gradi, a fronte di temperature esterne inferiori di oltre dieci gradi, e un’umidità media relativa attestata intorno al 40%, quindi generalmente migliore.

Il comportamento dei residenti è sempre determinante nel garantire il buon funzionamento di una casa efficiente. Le buone pratiche sostenibili quotidiane sono un indispensabile supporto anche in un edificio riqualificato, come per esempio il mantenimento di una più idonea temperatura di 19-20 gradi per la stagione invernale.

 

Il progetto Sharing Cities mira nel tempo anche a sviluppare e incentivare queste buone pratiche, attraverso sistemi di premialità e valutazione delle conseguenze energetiche dei propri comportamenti domestici, per formare dei cittadini efficienti in case ad alte prestazioni energetiche. L’inaugurazione del condominio di via Passeroni a Milano è stato anche occasione per presentare il manuale “Vivere bene in una casa energeticamente efficiente”, contenente una serie di consigli di sostenibilità.

 

«La climatizzazione degli edifici rappresenta il più pesante contributo di una città all’effetto serra e all’inquinamento dell’aria, ma può essere fortemente ridotto – spiega Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia –. Oggi i regimi di detrazione fiscale e il bando comunale BE2 che incentiva l’efficienza energetica sono strumenti accessibili a tutti, occorre farli conoscere e cogliere al volo. Insieme all’edificio è però rilevante il comportamento degli abitanti, che deve adattarsi al nuovo contesto climatico indoor: opportune ventilazioni, controllo delle temperature nei vari locali, miglioramento della salubrità dell’aria negli ambienti dipendono fortemente dalle scelte quotidiane dei residenti, che condizionano in modo rilevante anche la prestazione energetico dell’edificio nel suo complesso».

 

Nei mesi estivi l’edificio la temperatura media si è assestata sui 25 gradi anche a fronte di picchi esterni di 32. La comparazione in questo caso è stata fatta fra tre appartamenti del condominio, privi di impianto di condizionamento, posti ad altezze differenti e in origine soggetti a variazioni importanti di temperatura. I sensori hanno confermato l’omogeneità e la stabilità delle temperature in tutto l’edificio nel corso delle settimane, riducendo le differenze di condizioni di comfort rispetto all’esposizione dell’appartamento. L’assenza di picchi di temperatura negli appartamenti permette di ottimizzare la gestione dell’impianto termico nella stagione invernale. Si conferma, quindi. che l’isolamento termico dell’involucro edilizio migliora notevolmente le condizioni di comfort anche in estate, garantendo all’interno degli appartamenti temperature di picco medie notevolmente più basse di quelle esterne.

 

«In via Passeroni 6 siamo riusciti a mettere in valore, a beneficio dei condomini, un concentrato di tecnologie e applicazioni che hanno consentito grandi efficienze e risparmio. I dati di monitoraggio poi, confermano il valore della riqualificazione energetica nella democratizzazione del comfort abitativo in tutto l’edificio condominiale. È sempre più chiaro che nel mondo delle costruzioni è in atto una rivoluzione tecnologica che è essenziale accogliere e accompagnare nei processi di rigenerazione urbana» spiega Cecilia Hugony, A.D. di Teicos Group, l’azienda di costruzioni partner del progetto Sharing Cities.

 

L’innovazione non è solo data dalla tecnologia, ma anche da un approccio consapevole alla sostenibilità da parte dei cittadini. La riqualificazione energetica non è stata calata dall’alto, ma si è fatta accogliere e mettere in discussione dalle comunità di decine di condomìni, che l’hanno approfondita con i partner di progetto, l’hanno messa in relazione con le esigenze e le disponibilità dei residenti e hanno avuto l’opportunità di confrontare le proprie opinioni in modo approfondito con il giudizio esperto dei tecnici.

 

Per i condomini che hanno deciso di intraprenderlo, Sharing Cities è stato l’esito di un percorso di consapevolezza, affiancata da valutazioni di prestazione economica dell’investimento. Secondo l’amministratore dello stabile Leonardo Caruso, presidente di ANACI Milano: «Si tratta di una modalità che deve divenire prassi nelle scelte dei condomini: per gli amministratori di condominio la sfida è quella di aggiornare il proprio ruolo. Siamo delegati non solo ad amministrare, ma anche a mettere in valore gli asset patrimoniali delle famiglie. Riqualificare non è solo svolgere una attività manutentiva, ma assistere un investimento, nell’interesse di tutti e anche dell’ambiente».

 

L’intera riqualificazione è stata gestita in BIM (Building Information Modeling) nell’ambito del progetto regionale Smart Living B-Smart. Il BIM è una metodologia che consente di realizzare un modello informativo condiviso e in continua evoluzione della storia dell’edificio; una vera e propria carta di identità della sua storia, delle sue componenti e di ogni intervento realizzato nel tempo. La progettazione digitalizzata permette la realizzazione virtuale della riqualificazione per studiarne la fattibilità e i dettagli operativi che saranno poi messi in pratica in cantiere. Nel tempo l’edificio avrà quindi una documentazione digitale comprendente ogni aspetto dei lavori realizzati e dei materiali usati, così da semplificare futuri interventi edilizi. La progettazione in BIM, come previsto dal Codice degli Appalti e il Decreto BIM, sarà presto un obbligo operativo per tutti gli interventi edilizi in Italia.

 

Gloria Domenighini di Assimpredil Ance ha preso parte alla presentazione dell’evento e ha dichiarato: «L’intervento che oggi inaugurate è un avanzato esempio di ‘buona pratica’ di innovazione nella ristrutturazione edilizia, che ha molte più complessità che nella realizzazione del nuovo. Sull’80 % del nostro patrimonio edilizio si potrà intervenire solo ristrutturando e, pertanto, le esperienze in questo comparto sono certamente tra le più importanti per il futuro del nostro settore. Questo intervento è anche un esempio di filiera collaborativa, Legambiente, Politecnico di Milano e i partner industriali coinvolti Teicos e Future Energy, hanno sperimentato i positivi risultati di relazioni che accrescono il valore complessivo dell’intervento».

Il progetto europeo, del valore complessivo di 24 milioni di euro, ha consentito all’Amministrazione comunale di intercettare assieme ai partner del consorzio risorse europee per circa 8,6 milioni di euro in cinque anni. Queste somme stanno consentendo, oltre alla riqualificazione dei cinque edifici di proprietà privata realizzata, l’intervento su un edificio pubblico (il complesso di via San Bernardo 29 a Chiaravalle) per un totale di più di 28mila metri quadrati di unità residenziali, a fronte di un obiettivo di progetto di 25.500mq.