Casa, manifestazione degli inquilini, chiesto blocco sfratti.

La manifestazione davanti alla prefettura, il corteo ha poi raggiunto piazza Scala (Foto Mianews)

Erano circa un centinaio gli inquilini e gli esponenti dei sindacati della casa riuniti in protesta contro l’emergenza abitativa a Milano davanti alla prefettura di corso Monforte da dove hanno poi raggiunto piazza Scala.

“Chiediamo al prefetto un protocollo d’intesa per la programmazione della concessione della forza pubblica – ha spiegato Ermanno Ronda, segretario generale del Sicet – Pensiamo che se ci fosse una programmazione lo sfratto sarebbe poi messo in relazione a un’assegnazione per la famiglia sfrattata”, mentre al momento “la maggioranza di queste famiglie a basso reddito che hanno subito uno sfratto spesso si trova a vivere in situazioni precarie, ospiti da amici e parenti, e di sovraffollamento. Allora chiediamo al prefetto, al Comune, alla Regione e al governo di farsi carico di queste situazioni e della gravissima emergenza abitativa a Milano, con oltre 4mila sfratti per morosità e pignoramenti immobiliari”. L’appello dei sindacati è rivolto anche al governo e alla Regione perché “quest’anno non ha messo nessun finanziamento per il fondo sostegno affitti. Allo stesso modo non c’è un finanziamento regionale in grado di rilanciare l’edilizia residenziale pubblica”.

E poi, sottolinea Ronda, “chiediamo al Comune e alla Regione di cessare i piani di vendita e valorizzazione del patrimonio di edilizia pubblica perché così si sottraggono case a chi ne ha veramente bisogno. C’è bisogno, invece, di rilanciare un piano per la costruzione e il recupero per gli oltre 11mila alloggi sfitti di MM e Aler a Milano. Rimangono lì vuote e non vengono assegnate anche se c’è un bisogno di oltre 35mila unità di alloggi pubblici perché gli affitti nel capoluogo sono insostenibili”.

Bruno Cattoli, segretario milanese Unione Inquilini, critica la soluzione pensata dal Comune di Milano per contrastare il fenomeno degli alloggi popolari vuoti: “non va bene affidare metà di queste case a una società che li affitta a persone con redditi più alti e che poi li dovrebbero ristrutturare. In questo modo si sottraggono alloggi al patrimonio popolare. Andrebbe fatto un piano straordinario strutturato con la collaborazione di governo, Comune e Regione”.(MiaNews)