L’importanza della preparazione tecnica nel calcio

Parma's Mattia Bani (R) and Inter's Alexis Sanchez (L) in action during the Italian Serie A soccer match Parma Calcio vs FC Inter at Ennio Tardini stadium in Parma, Italy, 04 March 2021. ANSA / SERENA CAMPANINI

Il calcio è uno sport fisico, su questo non ci piove, correre avanti e indietro per un campo lungo oltre cento metri non è cosa da pochi, ancora più se tale prestazione dev’essere compiuta mentre ci si prende a spallate e, ahimè, in certi casi, letteralmente a calci! Che poi l’arbitro sanzioni questi atteggiamenti, è un discorso a parte.

Uno sport da infortuni

A fronte di ciò, è chiaro come una partita possa mettere a dura prova il fisico dei nostri amati calciatori, non parliamo solamente di stanchezza fisica, ma del concreto rischio di infortunio a cui essi incorrono giocando ogni partita. Se un tempo la preparazione tecnica era qualcosa di utile, ma non fondamentale come quella atletica, oggi le cose sono cambiate, scopriamo insieme in che modo.

L’importanza crescente della preparazione tecnica

Fino a meno di trent’anni fa, i calciatori venivano preparati facendo largo uso delle tecniche di preparazione atletica, con particolare focus sugli esercizi di atletica leggera. Oggi, a differenza del passato, vi è invece una larga fetta di preparazione relativa alla specificità. Con ciò, intendiamo la ripetizione di gesti direttamente correlati a quelli che verranno svolti sul campo di gioco, si provano quindi moduli e schemi, in modo da essere sempre più rapidi e preparati nei momenti decisivi.

Il supporto della tecnologia

Non è da dimenticare, poiché sempre più incisivo, il supporto della tecnologia applicata alle tecniche di preparazione calcistica. In uno studio condotto da Peter J. Tierney, membro della Liverpool John Moores University, e altri ricercatori dal titolo Match play demands of 11 versus 11 professional football using Global Positioning System tracking: Variations across common playing formations. Lo studio, che risale a qualche anno fa, ha preso in considerazione 43 match e 322 calciatori del campionato inglese, suddivisi per ruolo. Inoltre, sono stati analizzati diversi moduli, dal 4-4-2 al 4-2-3-1. Lo studio si è basato su 5 parametri precisi: distanza totale percorsa, numero di azioni di corsa ad alta velocità, accelerazioni totali, decelerazioni totali, HMLD (High Metabolic Load Distance), che rileva in sostanza l’intensità dell’attività del calciatore.

 

Lo studio ha evidenziato come alcuni moduli, come il 3-5-2, richiedevano HDML, distanza totale percorsa e numero di azioni di corsa intensa più alti rispetto ad altri moduli come il 4-2-3-1 e il 4-4-2. Inoltre, l’analisi ha messo in luce le differenze tra un ruolo e un altro: per esempio, i difensori centrali coprono una distanza totale inferiore rispetto agli esterni di difesa, mentre gli attaccanti hanno un HMLD maggiore rispetto agli altri ruoli, soprattutto nel 3-5-2.

 

Appare dunque evidente come una mole di dati sempre crescente permetta ai preparatori di valutare e scegliere tecniche di preparazione sempre più appropriate, i calciatori, vittime anche del sempre più crescente numero di competizioni alla quale devono sottoporsi, affrontano ritmi sempre più veloci e che richiedono una grande conoscenza dello schema di gioco, unità a un’accentuata rapidità di pensiero.

Conclusioni

Il calcio sta cambiando, sempre più parametri vanno considerati sia da preparatori che da giocatori stessi, la conseguenza è un’innalzamento medio delle prestazioni di una squadra, ciò favorirà senza dubbio la competizione e porterà, negli anni, il calcio a un livello sempre maggiore, ma a quale prezzo? I calciatori riusciranno ad adattarsi a tali ritmi?

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