Oggi Daila vuole sentirsi libera. Fortunatamente nel suo cammino di transessuale è stata sostenuta da persone care familiari e amici. «Già da piccolo, mi sentivo fuori posto. Oggi non più…»
Ciao Daila, puoi raccontarci la tua esperienza?
Beh, in poche righe è complicato…. Posso dire che vivere una vita che non senti tuanon è facile. E’inevitabile dunque la volontà di iniziare a cercare lapropria strada.
Non si può sempre continuare a fingere, sono arrivata ad un punto in cui ho scelto il mio personaggio o lui ha scelto me. Il mio cambio di personalitàera già in fase di mutamenti; è come se tu fossi nato per essere un violinista e ti ostini a picchiare sulla batteria…La miascelta la consiglio con un appoggio serio a molte persone che si sentono imprigionate.
Spezzare le catene, più che un fatto giustamente fisico, è uno stimolo mentale; non si può fingere in eterno perché si vive male in un contesto che non è idoneo per latua mente.
Quando è emersa in te l’idea di dover cambiare genere o l’esserti resa conto di stare in un corpo che non ti apparteneva?
In realtà l’ho sempre pensato ma non sopportato! Non si può alzare la voce solo per essere quello cheil mondo vuole…
Le influenze comuni, pensare in ambienti piccoli e ristretti possono essere un forte stimolo.
Io penso che nella vita o muori o ti muovi, ed io non volevo vivere da zombie per essere quello che il paese voleva che io fossi.
La molla che mi ha dato una spinta e mi ha fatto trovare la forzaper cambiare le cose è stata anni fa ad una festa, quella sera allo specchio ho visto che non ero io, ero bloccata in un corpo che non mi apparteneva, che non sentivo mio.
Hai avuto paura di affrontare il percorso di transazione?
La mia vita è un’eterna sfida dove la paura è sinonimo di sconfitta.
Non sono mai scappata e mai scapperò dinanzi alla libertà…
Le persone che vivono nel giudizio degli altri sono false e meschine, non accettano di avere un’idea propria.
Un giorno passando per strada ho sentito commenti irriverenti, sono tornata indietro e ho gridato la mia libertà, e credo che più gente dovrebbe farlo, nessuno deve permettere agli altri di farsi giudicare, non sanno tutto ciò che c’è dietro…il percorso è un calvario per la libertà.
Attualmente è fidanzata?
Attualmente no, ma l’amore e i sentimenti non si possono comandare quindi chissà…
La porta del mio cuore è aperta ma con una selezione molto rigorosa all’ingresso.
Come vive oggi la sua sensualità?
Sono riuscita ad essere quello che ho voluto e non quello che hanno deciso gli altri, quindi ad oggi la vivo molto bene.
Le pazzie sono il sale della vita ma bisogna vivere la propria sensualità senza cercare sempre il colpo ad affetto.
Oggi la tv come affronta la transessualità?
Ancora oggi le persone non sono abituate a ciò che è diverso per loro dall’ordinario, siamo ancora rimasti bloccati negli anni 80/90 dove la gente ha il brutto vizio di mettere in ridicolo o far vedere il peggio solo perché è ciò che è stato imposto dalla società.
Siamo visti sempre allegri e aitanti ma siamo anche tristi e pensierosi come chiunque altro, questa è la normalità.
Inoltre c’è gerarchia anche tra di noi e troppa poca informazione su quello che è “il nostro mondo”, se ne parla ancora troppo poco…credo che dovrebbe esserci più informazione al riguardo.
A livello burocratico come funziona, quali sono le problematiche che hai
dovuto affrontare?
Non è un percorso affatto facile, la burocrazia in questo paese è molto lunga e complicata, inoltre molte cure hanno tempi biblici…
E’ una spesa molto consistente che molto spesso deve essere affrontata di persona, affrontandoviaggi all’estero per velocizzare i tempi…
E’ un calvario che prevede visite dal medico di base, cure ormonali per poi avere una perizia psichiatrica che finisce nel decreto del giudice per autorizzare l’operazione e tutto ciò che segue.
Poi ancora dal giudice e allo stato civile per il cambio del nome e del sesso, e ancora all’anagrafe per poi ritirare i relativi documenti legati alla nuova identità.
Quali sono i principali pregiudizi nei confronti delle persone transgender?
Prima di tutto c’è molta ignoranza e superficialità, una mancata lettura delle nostre situazioni ed un eccessivo giudizio del nostro percorso.
In Italia molta gente parla a vanvera e discriminando a priori senza sapere tutto quello che c’è dietro a questa scelta.
Poi molto spesso trovi anche persone curiose che chiedono e si informano con gentilezza, senza aver alcun pregiudizio.
Dal tuo punto di vista cosa c’è da fare ancora in Italia sul tema della transessualità?
Sicuramente una vera e sana educazione sessuale nelle scuole e campagne di informazione e conoscenza.
Non si può lasciare nell’ignoranza persone che al giorno d’oggi utilizzano Internet come mezzo di diffusione di notizie, con la possibilità di pubblicare commenti che incitano all’odio e alla sofferenza per chi legge.
Credo che per arrivare ad un miglioramento ci voglia ancora tanto tempo e pazienza…
Come ha accolto la tua famiglia la tua decisione di cambiare genere?
La prima a cui l’ho detto è stata mia madre, le madri hanno un sesto senso ma non si può vivere mentendo a loro…è peggio che mentire a noi stessi.
Mia mamma guardava tutte le foto della mia infanzia, sfogliando l’album dei ricordi all’infinito, senza comprendere il perché della mia scelta e ciò la spaventava.
Mi sentivo sola tra le pareti di una camera, pronta a volare come Icaro cercando il fuoco per bruciare ilpassato dei ricordi.
Ho pensato e ripensato alle conseguenze ma quando sei sul punto di lancio vuoi una mano che ti prenda oti porti via per non farti mai sentire sola…
E al mio fianco ho avuto la fortuna di avere i miei genitori, mi presero come quando ero bambino e mi portarono a fare spese.
In un solo gesto ho potuto vedere finalmente la mia rinascita e la loro approvazione.
Ti sono mai state precluse delle possibilità per il tuo percorso di transizione?
Ho sempre fatto da me e per me quindi fortunatamente non ho vissuto l’emarginazione sociale, ma per lagran parte dei casi è così, specialmente nelle piccole realtà.
Oggi i social sono i principali veicoli di informazione, sul tuo profilo Instagram come veicoli la tua persona?
La mia vita è uno specchio e sui social rappresento me stessa, sono fortunata ad avere i miei followers che sono sempre fedeli e anche curiosi al riguardo.
Non metto mai foto volgari o esplicite, la regalità deve essere sempre sostenuta dagli sguardi e dai profili giusti.
Sono solare ed amichevole, molto spesso chi mi scrive diventa subito mio amico e il più delle volte per assurdo non appartengono al “mio mondo”.
Fortunatamente sui social la gente è molto più aperta e libera.