Semplicemente donna, Viviana Bazzani si autointervista sui fatti di Voghera.

Non entro in merito su come si siano svolti i fatti , sarà la buona magistratura a fare le giuste valutazioni ma, è chiaro che sulla morte del cittadino marocchino Youns El Boussettaoui, c’è qualcosa che stridula sull’appellarsi alla legittima difesa.

D- Di questo fatto di cronaca cosa non ti convince, da ex assistente Capo P. S., sulla versione dell’assessore leghista Massimo Adriatico
R – Molte cose…. innanzitutto rimango perplessa che nessuno degli organi preposti non abbia applicato, nei tempi dovuti, l’espulsione di Boussettaoui dal territorio italiano. Tutti sapevano di questo provvedimento e, sono convinta che, anche  lo stesso Adriatici, assessore alla sicurezza, sapesse.!
Questa brutta storia aprirà vari filoni d’indagine. Il primo è cercare di capire con quali valutazioni si è deciso di dare il porto d’armi per “difesa personale” all’assessore
D – Perché è difficile avere un porto d’armi?
R – Assolutamente sì. Il porto d’armi per uso sportivo preclude degli obblighi uno dei quali è quello di portare l’arma smontata e nella apposita custodia solo nel breve tragitto verso la struttura del poligono. Ovviamente non vi sto ad elencare le visite psico-fisiche richieste.
Il “porto d’armi per difesa! personale” viene concesso a persone che svolgono lavori che possono mettere a repentaglio la propria vita (es :/guardie giurate gioiellieri) o individui che abbiano ricevuto minacce legate, sempre, alla loro attività per il bene della comunità.
Ovviamente il nulla osta per quest’ultima motivazione è molto difficile ottenerlo.
D – L’assessore era un ex appartenente nelle forze di Polizia e, sembrerebbe, che tra le motivazioni, nel richiedere il porto d’armi, ci fosse il lavoro svolto in contesti complicati molti anni addietro. Lei, Viviana Bazzani, che ha lavorato sempre in prima linea e per sei anni nella scorta romana del Giudice Giovanni Falcone ha il porto d’armi??
R – Assolutamente no…. mi fu proposto ma non ho accettato
D – perché?
R – Nei miei 35 anni svolti in Polizia ho rischiato la vita diverse volte, mi sono trovata ad indagare, con i miei superiori, su famiglie malavitose e mafiose pericolosissime. Ritengo, però, che una volta che non fai più parte di quella Istituzione non c’è motivo di tale richiesta. Conosco funzionari di Polizia che hanno catturato latitanti mafiosi, hanno lavorato anni anni in zone pericolosissime ma, una volta andati in pensione anche loro hanno detto no ad avere un arma.
D – Lei crede nella versione dell’assessore? Può partire accidentalmente un colpo in canna?
R – La vedo molto difficile, può capitare, un caso su un miliardo conoscendo l’arma una Beretta modello 21 calibro 22, ripeto…. la vedo molto complicata.
D –  Mario Romagnoli difensore di Massimo Adriatici ha dichiarato che il suo assistito si è dovuto difendere dall’aggressione di Youns El Boussettaoui e che portare un colpo in canna non è vietato da nessuna normativa sul uso l’egittimo dell’ arma.
Cosa dici a proposito di queste dichiarazioni?
R – Posso solo dire la mia in base alle mie esperienze. Nelle immagini di alcune telecamere si vede un uomo al limite dell’anorresia che cerca di sferrare un pugno all’assessore e poi…. e poi il nulla perché le immagini non mostrano gli attimi dell’ipotetico colpo partito accidentalmente dall’arma.
La storia parla di un assessore fisicamente in salute armato di pistola e di un senza tetto debilitato armato solo della sua UBRIACATEZZA.
Saranno le perizie balistiche e una imparziale  autopsia che dovrà spiegare l’esatta traiettoria del colpo.
Sottolineo imparziale perizia anche se, l’avvocato di Boussettaoui non si è potuto avvalere di un perito di parte durante l’autopsia in quanto, leggendo articoli sul caso, i carabinieri non avrebbero avvisato i familiari perché convinti che la vittima non avesse nessuno al mondo. Mi lascia allibita questa necessità di fare frettolosamente l’autopsia… perché!?
D – Mi sembri perplessa  sul racconto dell’assessore che parla di legittima difesa e di colpo partito accidentalmente.
R – Si, perché leggendo la sua difesa mi ritorna in mente il mio accaduto di tanti anni fa quanto un rapinatore albenese durante la nostra colluttazione (io alta 1,65 lui 1,85) mi sferro un pugno di ferro… io pur dolorante e ferita riuscii a bloccarlo e solo poco dopo i miei colleghi intervennero per ammanettarlo.
Quello che voglio dire…. IO DONNA gravemente ferita non usai l’arma, l’assessore per molto meno ha reagito.
Infine va detto che la Beretta modello 21 è un arma resistente agli urti e con una levetta per la sua sicura. Si può, tuttavia, parlare di difetto di costruzione di quella pistola ma, francamente la vedo dura!!!
D – Quando lavoravi sulla volante della polizia o durante la scorta al Giudice Falcone avevi il colpo in canna?
R – I miei istruttori di Armi e Tiro, durante il corso di Allieva Agente nel lontano 1986, non facevano altro che ripetere MAI e poi MAI il colpo in canna. Anche gli stessi “anziani” colleghi in polizia ribadivono questo..!
Poi uno è libero di gestire la propria arma come vuole ma ritengo uno “sprovveduto e negligente” chi utilizza l’arma senza la sicura.
D – Come pensi si concluderà questa fatto di cronaca?
R – Il buongiorno si vede dal mattino, se fosse stato un cittadino qualsiasi sarebbe stato arrestato ma qui la Legge Italiana ha tanti escamotage che permettono a chi ha più potere di vincere sugli invisibili.
Ripeto, è una triste storia che si poteva evitare se sin dall’inizio si fosse provveduto ad applicare quella espulsione dimenticata nei tanti cassetti delle nostre Istituzioni.