Quella strana moda dei vip di raccontare le loro malattie. #senzacensura

di Viviana Bazzani

C’era una volta la “riservatezza” una linea comportamentale utilizzata in nome del  rispetto della famiglia e della propria persona. Difficilmente, negli anni 60-70-80, i Vip parlavano dei loro acciacchi, patalogie e malattie.

Era un tabù raccontare di quel privato che non rientrava in storie d’amore e lavorative, anzi, una malattia poteva  trasmettere al pubblico la sensazione dell’inizio del declino di un artista.
Oggi, nulla viene tenuto in gran segreto…. anzi, meglio parlarne quasi per lanciare il messaggio che loro, i Vip, sono come la gente comune che lotta contro malattie più o meno gravi.
Iniziò, moltissimi anni fa, il noto presentatore Pippo Baudo parlando della sua “alopecia” , poi tocco ad Albano con la sua “psioriasi”, per arrivare oggi ad Rossella Brescia sofferente di “endometriosi”, Cristian Imparato di “morbo di Crohn” e Rocco Papaleo  di una forma rara di grave miopia che lo colpi in età adolescenziale e, tanti tanti altri.
Sei stato colpito da un problema di salute? lotti contro un brutto male o un infezione rara? ebbene il reality ti fa l’occhiolino.
Questa sembra una frase cinica ma, nella realtà dei fatti, più il vip ha trascorso un periodo drammatico e complicato con una malattia più la sua storia sembra interessare in un contesto  come il Grande Fratello.
Dietro il falso perbenismo “bisogna parlarne per dare voce a chi non ha voce” si cela, a mio parere, uno studio attento alla ricerca di contenuti nuovi e di ascolti esplosivi .
Ben venga la probabile presenza, nella prossima edizione del GF, di Carolina Marconi la bella modella venezuelana da poco uscita nella lunga lotta contro il brutto male, mi lascia, invece, perplessa l’ingresso del Costumista Giovanni Ciacci.
“Entro con la mia sieropositivita’….!” ha dichiarato in una sua intervista asserendo che, la sua presenza nella casa più spiata, serve a far comprendere che l’ADS non fa più paura e non è più contagioso se si seguono attentamente le cure specifiche antivirali.
Non sono un medico per intavolare un analisi di eventuali pericoli o non della malattia, semmai, mi chiedo se dietro il volersi raccontare ci sia dietro ben altri interessi come un buon cachet e il non far spegnere i riflettori sul proprio personaggio…… Ecco, questo, in nome della ricerca scientifica non mi piace perché la malattia nelle sue più difficili sfaccettature ha ancora la sua “riservatezza” oggi dimenticata da molti di noi.