Tradizioni e business: la cultura del Bangladesh nelle parole del Console Generale MJH Jabed.

Abbiamo incontrato a Milano il Console Generale della Repubblica Popolare del Bangladesh, il Sig. MJH Jabed che ci ha gentilmente accolti nella loro missione di Via Giambellino a Milano nei pressi di Piazza Napoli; una sede, come si vede immediatamente, operosa e popolosa che dà molto valore al lavoro.

Per inquadrare le potenzialità di questo Stato così importante, nella cornice del mondo, abbiamo chiesto al Console quali siano le principali tradizioni che la gente del Bangladesh ancora onora e propone. Ecco le sue risposte.

È uno Stato molto ospitale e liberale che fa sentire immediatamente a casa; è una Paese bellissimo composto da persone che portano in sé tradizioni e cultura molto antiche e ricche. Il visitatore viene accolto con tutti gli onori e diventa il protagonista principale, inglobato all’interno di un luogo estremamente amichevole e caloroso.

Inoltre le persone del Bangladesh sono decisamente operose essendo grandi lavoratrici: ovunque siano andate, dopo aver lasciato il loro Stato, sono riuscite ad inserirsi nel tessuto sociale ed economico del paese che li ha ospitati e questo è un fatto che il Console Generale sottolinea fortemente; è evidente anche a Milano e in Italia: in pochi anni infatti, grazie al loro lavoro, che è un valore assoluto, hanno aperto negozi, iniziato attività commerciali, diventando in 5- 10 anni imprenditori di successo, dando anche ad altri la possibilità di lavorare.

Tradizioni e cultura vanno di pari passo e spesso si integrano con il business a formare un unicum che caratterizza questo Paese agli occhi del mondo, l’Italia ad esempio è stata una delle prime Nazioni Occidentali a riconoscere il Bangladesh dopo l’indipendenza del 1971; lo scorso hanno infatti si sono celebrati i 50 anni di unione diplomatica tra questi due Paesi. La politica dei due infatti è profondamente legata perché vi sono molti aspetti in comune, per esempio sono due democrazie liberali, inoltre entrambi hanno un Primo Ministro donna (in Bangladesh da circa 15 anni).

Il Sig. Jabed inoltre sottolinea quanto la forza economica del suo Paese sia stata diretta e capeggiata dalle donne, grazie ad una politica di educazione e sviluppo mirata che, negli anni, ha portato il mondo femminile a fondare, sviluppare e ad avere successo sia nel business che nel mondo culturale ed economico in generale. La crescita rapida ed esponenziale del Paese, sotto gli occhi di tutti negli ultimi anni, sono, secondo il Console Generale, frutto indiscutibile della corretta politica innestata e portata avanti negli ultimi 20-30 anni, che vedeva come focus appunto la scolarizzazione, sino all’università e il micro credito, rivolto alle donne.

La parità di genere ha portato molto bene all’economia e alla politica del Bangladesh, questo è un fatto che andrebbe studiato anche per agevolare ciò che accade in Milano e in tutto il nostro Paese – Le Camere di Commercio sono già all’opera per questo scambio di conoscenze e benchmark-.

Non solo tradizione, cultura, crescita democratica, gender equity, scolarizzazione femminile ma anche sostenibilità; il Console Generale, a tale proposito, ci spiega che spesso, con una delegazione, va in visita a Venezia in quanto si è notato che le politiche di sostenibilità adottate da questa città italiana, conosciuta in tutto il mondo, possono essere applicate anche ai loro territori, in quanto il Bangladesh è ricchissimo anche in termini di risorse idriche.

Ci sono moltissimi temi comuni tra Italia e Bangladesh ecco perché consigliamo che il Console promuova presto fiere e incontri per sensibilizzare e mostrare quanto sia importante la loro economia, per esempio nel settore della Moda sia come import che come export (è la seconda Nazione al mondo a produrre capi di abbigliamento). Ricordiamo che il Bangladesh è anche un prezioso importatore di tantissimi capi di abbigliamento di Haute Couture italiana.

Infine, negli scambi di conoscenza tra i due Stati si intravvede anche la possibilità di creare e sviluppare Scuole di Design direttamente in Bangladesh; il Console infatti dichiara che con questo scambio di conoscenze e competenze “win win”, in 20 o 30 anni avremo quintuplicato il valore degli scambi economici tra i due Paesi: c’è ancora molto da fare e da condividere; forza, al lavoro!

Il nostro primo viaggio in Bangladesh termina all’incrocio di Piazza Napoli a Milano, con la promessa di volare un giorno verso la Tigre del Bengala per visitare e toccare con mano le peculiarità di questo immenso e meraviglioso Paese.

 

Luisa Cozzi