I NOSTRI EROI. Edna Lopes e Alessandra Angelelli intervengono all’evento meneghino in onore dei Combattenti per la libertà e Indipendenza di Capo Verde

Sono intervenute all’evento della comunità capoverdiana a Milano: Edna Lopes Console Onorario presso Consolato Onorario di Capo Verde a Milano e Consulente Immigrazione e Alessandra Angelelli Avvocato e Candidata al Consiglio Regionale della Lombardia – Calenda Renew Europe. 

Alessandra Angelelli

D: Lei è qui all’evento di Capo Verde: in che modo la sua candidatura può supportare la comunità capoverdiana e i suoi diritti. In che modo agirebbe?

R: Io sono avvocato e soprattutto da candidata quello che vorrei fare è proprio agevolare, rendere funzionante il sistema abbattendo la burocrazia che attualmente impedisce il rilascio dei permessi di soggiorno e le autorizzazioni in questo senso.
Tutto questo in realtà ricade in modo dannosissimo sulle persone in generale, su tutti cittadini italiani e non, ma per gli stranieri vuol dire togliergli la libertà, la vita, la possibilità di avere un lavoro, di lavorare e quindi di integrarsi. Se noi blocchiamo queste persone che ormai sono qui, vogliono lavorare, vogliono dare il loro contributo e sono invece a tutti gli effetti bloccati, creiamo una fortissima sfiducia nei nostri confronti che poi può ricadere in un problema di sicurezza, la sfiducia può diventare rabbia, malcontento e può significare rinunciare a un lavoro regolare, darsi al nero a canali di spaccio ecc. … Tra l’altro la cosa cosa che trovo assurda è, che parlando con loro anche in questa occasione, non hanno quasi idea delle elezioni, non partecipano attivamente in nessun modo alla vita politica anche una volta integrati, perché non hanno riferimenti politici che si interessano e occupano delle loro istanze. Dobbiamo distinguere due situazioni, io mi sono candidata perché voglio portare avanti questa lotta contro la burocrazia che crea un disagio enorme soprattutto con gli stranieri: per loro la libertà in questo senso è la vita; poi ci sono gli stranieri che sono già cittadini integrati e che possono votare ma che comunque rimangono estranei al sistema, non sono neanche interessati, invogliati e coinvolti perché la politica si disinteressa totalmente di loro si parla solo di sbarchi et similia, ma loro fanno parte della nostra comunità devono essere presi in considerazione, tutelati e spronati a vivere la nostra politica perché è anche la loro. Comunque dire “nostra” è una brutta cosa da dire vorrei correggermi se posso. Non è nostra o vostra ma è di tutti…

 

 

 

 

Edna Lopes

D: Cosa volete comunicare e qual è lo scopo effettivo di questo evento? In che modo la politica può esservi di supporto?

R: L’obiettivo è di farci conoscere, far conoscere la nostra comunità e avvicinare la politica italiana alla nostra comunità; quindi, dimostrare che non tutti i politici non tutta la politica è uguale e di conseguenza contro le comunità straniere. E anche laddove noi dovessimo aver paura e ci sentiamo rifiutati, non dobbiamo desistere dall’agire e dal far presente che ci siamo, questo è il punto principale di questo incontro. Facilitare questa comunicazione tra la politica e la nostra realtà. Siamo una comunità unita, molto ben integrata e strutturata lavorano tutti, pagano le tasse, l’unica cosa che non fanno molto spesso è esercitare il diritto di voto perché non si riconoscono. Perché votare qualcuno che non ha mai parlato della comunità e non sa nemmeno della nostra esistenza? Per agevolare questa vicinanza abbiamo organizzato quest’incontro, invitando anche Alessandra, un aperitivo per conoscere e conoscerci e commemorare i nostri eroi. Il punto non deve mai essere stare l’uno contro l’altro, non siamo assolutamente noi contro gli italiani, non siamo noi contro la società, noi abbiamo scelto di vivere in questa società ma se chi governa ci estromette continueremo ad essere dei fantasmi. Dobbiamo noi in primis fare questo lavoro come comunità per uscire dall’anonimato; per la maggior parte il più grosso problema verso la politica è la mancanza di conoscenza e di informazione che non arriva alla comunità perché c’è questa distanza enorme.

 

 

 

 

D: Spesso la politica italiana si rifiuta non vuole dare voce alle minoranze perché non le considera come un valore anzi…

R: Concordo, nella nostra comunità ad esempio ci sono dei talenti incredibili non riconosciuti perché a causa della burocrazia magari non ottengono la cittadinanza e non possono mettere a frutto le loro doti e questa situazione non ti permette nemmeno di raggiungere i tuoi bisogni primari. Si lascia il proprio Paese solo per migliorare la propria vita, la nostra comunità fa questo. Noi veniamo da un’isola e ogni nostro spostamento deve essere legale nei paesi dove decidiamo di andare altrimenti non è possibile. Nella nostra comunità ci sono donne che lasciano i figli, la propria famiglia e non possono andare a trovarli e rimangono anni e anni bloccate con la propria vita completamente. E’ necessario agevolare e aprirsi a questo processo di collaborazione e sinergia con la politica anche perché molte persone a volte non si avvicinano per paura e anche perché è come se fossimo ignorati…
Ma se noi per primi tendiamo la mano, dall’altra parte dovremmo riuscire a ricevere lo stesso. C’è bisogno di una reale e sincera apertura da ambo le parti…