Tasse, immobili, sfratti e caro affitti, urgono nuove norme a favore del mercato.

Tasse immobiliari alle stelle e tempi lunghissimi sugli sfratti bloccano il mercato immobiliare. La sintesi è quella di Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia. Se ci aggiungiamo la crisi economica in atto, gli ingredienti per una tempesta perfetta ci sono tutti.
Dello stesso avviso anche i player del settore immobiliare: “Il mercato è in una fase davvero turbolenta – commenta Cosimo Cannizzo, fondatore di Gruppo Galileus, con sede a Milano – tra le incertezze legate prima alla pandemia, ora alla guerra e domani chissà. Senz’altro ci possono essere ottime occasioni per chi decide di vendere e di acquistare, ma oggi come non mai bisogna essere in grado di ponderare tantissime variabili”.
Conti alla mano la tassazione sugli immobili vale circa 50 miliardi di euro l’anno. Una cifra enorme che, però, di fatto è una “espropriazione”. Spaziani Testa definisce quella patrimoniale “una tassazione che è per definizione espropriativa. Tassare il patrimonio equivale a tassare il reddito due volte”.
Nonostante un accettabile 2022, secondo le analisi dell’osservatorio immobiliare di Nomisma, nel 2023 si attende una flessione nel mercato immobiliare nazionale del 14,6% e una diminuzione dei nuovi mutui del 18% annuo. Milano per fortuna fa un po’ storia a sé: come riportato anche da Il Sole 24 Ore su dati Scenari Immobiliari e Nhood, a fine anno si stimano 30mila case vendute, con una crescita del 5% in un anno e di oltre il 15% sul 2019. In termini di fatturato parliamo di un valore di circa 12 miliardi di euro (+4% sul 2022 e +16% sugli ultimi 5 anni). Il mercato di Milano, insomma, si conferma leader in Lombardia e secondo solo a quello di Roma.
“Questi dati e queste previsioni su Milano – aggiunge Cannizzo di Gruppo Galileus – rappresentano ottime notizie. Ma la situazione nel complesso non è rosea. È necessario che il Governo intervenga abbassando la tassazione – che potrebbe così calmierare gli aumenti smisurati dei tassi di interesse – e metta regole certe anche negli sfratti. Molti proprietari, infatti, tendono a lasciare le case sfitte e/o a non metterle sul mercato, inficiando di fatto una vera crescita del settore immobiliare che svantaggia sia i cittadini sia a conti fatti anche le casse dello Stato. Se poi ci si aggiungono le politiche green paventate – anzi direi “minacciate” da Bruxelles – la situazione diventa ancora più pesante. Anche se le soluzioni per ottimizzare i propri immobili senza spendere cifre esagerate ci sono sempre”.
Nel 2022 gli sfratti eseguibili in Italia ammontavano a circa 150 mila, di cui il 90% eseguibili per morosità (dati Sole 24 Ore). Un numero decisamente alto.
Relativamente alle recenti proteste sul caro affitti? “L’alzata di scudi degli inquilini, studenti compresi, è più che legittima oltre che comprensibile – conclude il fondatore di Gruppo Galileus – Ma se i proprietari hanno costi altissimi tra tasse e adeguamenti normativi, è ovvio che i canoni di locazione salgano, così come stanno salendo i prezzi di frutta, pasta e tanto altro. Dobbiamo intervenire alla base: diminuire le imposte. E altresì normare su possibili speculazioni”.