È sicuramente, la fase 2, un altro momento destabilizzante nelle nostre vite. Lentamente tutto si risveglia cercando di riprendere la normalità accompagnata da divieti e precauzioni.
Gli abbracci e lo stringerci la mano per strada saranno un miraggio fino all’arrivo miracoloso del vaccino contro il Covid- 19.
In tutto questo cambiamento delle nostre vite a ricordarcelo ogni momento sono…le mascherine!
Mascherine che vuoi o non vuoi ci danno la sensazione di vivere in un reparto infettivo ospedaliero all’aperto.
Non piacciono a nessuno, sono scomode e non sono certamente di tendenza o glamour, se poi le dobbiamo giustamente imporre ai bambini…apriti cielo!!!
Ecco arrivare un idea da parte di una stilista, di una scrittrice di commedie teatrali per l’infanzia e di un responsabile all’accoglienza di bambini senza famiglia sbarcati in Italia da paesi in guerra.
Le mascherine per bambini che comunicano il loro umore (arrabbiato – elegante – triste – felice – dispettoso – allegro coraggioso – guerriero).
Le mascherine in tinta unita vivace riportano, ricamate e ben evidenti con colori di contrasto, gli aggettivi per far sentire e dire la loro ai bambini che le indosseranno.
La stilista Yvonne Paiano spiega che i tessuti sono stati attentamente scelti tra quelli che non creano allergie o pruriti sulla pelle dei piccoli e, la scelta dei colori, è stata scelta da un gruppo di bimbi interpellati.
Gli aggettivi, i primi, sono stati selezionati da Viviana Bazzani e Mattia Pagliarulo osservando e ascoltando le particolari emozioni nel vivere questa difficile realtà sanitaria da parte dei piccoli.
L’intento dei tre moschettieri Yvonne, Viviana e Mattia è quello di far sentire i bambini dei piccoli “guerrieri” che non si vergognano di mostrare le loro emozioni, anzi, diventa un gioco comunicativo con il mondo dei grandi che in questa emergenza non percepiscono, a volte, gli umori dei fanciulli.
Queste mascherine saranno il primo antidoto psicologico per sconfiggere questo brutto male chiamato Coronavirus.