Anche Pane in Piazza al Sigep di Rimini.

“L’obiettivo a Sigep 2020, dal 18 al 22 Gennaio –  è aumentare il numero delle aziende partecipanti e il numero dei panificatori, pasticceri, pizzaioli e pastai disponibili per ‘Pane in piazza’. Dai 250 già coinvolti si vorrebbe passare almeno a 400.” Cesare Marinoni, della stirpe dei fornai che da 500 anni in Lombardia e nel mondo porta avanti il messaggio che il pane è simbolo di solidarietà, parteciperà alla Fiera di Rimini con questo preciso obiettivo per la ‘sua’ Pane in piazza‘.

Infatti, se a inventare il marchio e l’idea fu suo papà Antonio, il celeberrimo panificatore meneghino che scalò tutte le cariche rappresentative fino a quella di presidente mondiale della categoria, oggi è lui, Cesare che l’ha rilanciata a scopo benefico insieme con i Frati Missionari Cappuccini di Milano.

Il progetto da sostenere è quello concordato da Cesare con Mons. Angelo Pagano, Vescovo di Harar, per la sua Diocesi in Etiopia: un panificio industriale nella città di Dire Dawa, allo scopo di dare lavoro ai giovani, distribuire pane ai più poveri e creare una scuola della meravigliosa Arte bianca. Su una popolazione di 8 milioni di persone, per la maggior parte giovani, nella zona non solo scarseggia il cibo ma manca il lavoro.

Pane in Piazza Milano giunta alla terza edizione, a Maggio tornerà sempre con il patrocinio del Comune e la benedizione di SE il Vescovo Mario Delpini.

Non solo.

Il marchio sarà presente in diversi eventi ‘fuoripiazza’ – annuncia Marinoni – che coinvolgeranno alcuni principali poli della società, della fede e della solidarietà milanese, ad oggi circa 15 enti, tra i quali alcuni già partner nel 2019.

“Tengo a sottolineare – precisa Marinoni – che come i Missionari Cappuccini si prodigano per tutti coloro che hanno bisogno indipendentemente dalla religione, così anche gli ‘amici’ di Pane in piazza hanno dimostrato entusiasmo e disponibilità. Ancora una volta il pane unisce aldilà di ogni diversità”.

E Marinoni lancia un appello alle associazioni ciclistiche della Città Metropolitana, invitandole ad organizzare con lui un evento in piazza Duomo, dove si trova l’hangar di Pane in piazza, così come le auto storiche l’anno scorso, contribuendo a richiamare l’attenzione del pubblico sulla manifestazione.

Un’altra novità 2020 di Pane in piazza sono le quote rosa: “Nell’anno delle donne – spiega Marinioni – punto a dare più spazio alle fornarine, vero pilastro del mondo della panificazione: leader del gruppo è Imma Farina; fare il pane è molto faticoso, a Pane in piazza si lavora per ore senza sosta e ci vuole molto cuore, quello che spesso  solo le nostre donne sanno mettere in campo”.

Insomma parte dal SIGEP una potenza di fuoco nella solidarietà ma anche nella comunicazione, che ha già richiamato sponsor di prim’ordine:

Esmach, azienda del vicentino

Sacar Forni, azienda del salernitano

Assitol, associazione italiana dell’industria olearia

Aibi: associazione italiana Bakery Ingredients

Esmach per il Nord Italia, e Sacar Forni per il Sud, hanno sostenuto e continuano a sostenere Pane in piazza mettendo a disposizione tutte le attrezzature necessarie affinchè 300 panificatori producano in Piazza Duomo.

I numeri del 2019

250mila visitatori in 10 giorni, servizi giornalistici su tutti i principali media locali e nazionali di carta, web, radio e tv, 29.000 donazioni;150 quintali di farina, 3000 litri d’olio, 1000 kg di mozzarella utilizzati, 13.700 arancini ; 900 persone al lavoro di cui 225 fornai, 95 studenti delle scuole di panificazione lombarde, 30 interpreti, 370 volontari, 50 allestitori della tensostruttura, 30 autisti, 50 fornarine, 50 addetti alla sicurezza grazie l’Associazione Nazionale Polizia di Stato – ANPS.

A disposizione degli sponsor: 

2 totem all’ingresso delle due principali entrate allo stand; maxischermo, pannello interno in esclusiva f.to 2,5×3 mt.

Un desk su un’area 2,50×1,50 mt. antistante al pannello per esposizione prodotto; Piani di appoggio di 3 tavolini nello stand; Citazione sul Cartello dei ringraziamenti; 300.000 depliant distribuiti a tutti i visitatori, Ufficio stampa, social, sito internet e rivista dei Frati Missionari Cappuccini Missionari Milano; utilizzo del logo Pane in Piazza per proprie azioni di comunicazione.

 

I Frati che vivono come San Francesco

I Frati Cappuccini del Centro Missionario di piazzale Cimitero Maggiore 5 a Milano coordinano l’attività di animazione missionaria della Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Lombardia, che ha un centinaio di missionari presenti in varie nazioni dei diversi continenti: Brasile, Costa d’Avorio, Camerun, Thailandia, Etiopia, Emirati Arabi, India. Il loro slogan è ‘Vicini per chi è lontano’. L’Ordine religioso dei Frati Cappuccini opera da oltre 450 anni secondo la Regola di San Francesco: “…vivere in obbedienza, in castità e senza nulla di proprio e seguire la dottrina e l’esempio del Signore nostro Gesù Cristo”.

 

Il progetto ‘Panificio Saint Augustin’

Il panificio industriale dedicato a St. Augustin a Dire Dawa, Diocesi di Harar, in Etiopia,  dovrà avere una capacità produttiva di 4000 quintali all’anno, necessaria per colmare parte dell’enorme divario fra domanda e offerta di pane sul territorio, e per sostenere le opere della Diocesi. Con i proventi delle prime edizioni di Pane in piazza da Settembre 2018 è già stato avviato il forno e sono stati formati due giovani etiopi per poterlo far funzionare ed istruire gli altri colleghi. Sono Tewodros e Abiy, che hanno studiato al Ciofs di Cinisello Balsamo e poi hanno fatto un periodo di lavoro nel panificio di Luca Piantanida a Coggiola. Un prezioso obiettivo è raggiunto: questo primo piccolo panificio già rifornisce di un buon quantitativo di pane i più poveri tra i poveri come i 1500 ospiti dell’Istituto delle Suore di Madre Teresa di Calcutta e 150 bambini orfani. E sono stati avviati i primi corsi di panificazione per i ragazzi dell’orfanatrofio per prepararli al mondo dell’Arte Bianco.

Per sponsorizzare ‘Pane in Piazza’: marinoni@marinoni.com

Per donare: https://www.missioni.org/come-aiutarci/ specificando la causale Panificio Harar.