“Non solo l’8 marzo”: numeri e analisi delle attività di Telefono Donna Onlus e dell’evoluzione del contesto in cui opera.

In trent’anni d’attività sono state supportate oltre 100.000 donne, solamente nel corso del 2021 sono state oltre 773 le donne che si sono rivolte ai Centri Antiviolenza di Telefono Donna Onlus. Per i diversi progetti Telefono Donna ha ricevuto il Premio Milano Donna sia nel 2020 che nel 2021.

I Centri Milano Donna, luoghi di aggregazione e informazione a supporto di donne di tutte le età, presenti nei Municipi 2, 3, 4, 5, 6 e 9 del Comune di Milano, hanno dato supporto nel 2021 ad oltre 1400 donne e ragazze – i centri sono stati inaugurati nel corso dell’anno, i dati quindi non si rifanno a 12 mesi di attività. Tra queste 68 si sono rivolte allo sportello antiviolenza (circa 4,8%), 158 allo sportello di orientamento lavorativo (circa 11,2%), 196 allo sportello di consueling (circa 14%), 59 allo sportello legale (circa 4,2%), 110 al corso di italiano (circa 7,8%).

Il Progetto “Mai da Sola”, finanziato da Regione Lombardia, che ha come obiettivo quello di creare una rete in grado di attivare azioni di prevenzione e di stimolo alla costruzione di una cultura della non violenza, ha portato all’ingaggio di 30 nuovi volontari, al supporto di 80 famiglie, al coinvolgimento di 4 Istituti scolastici e ad una rassegna cinematografica di tutto il lavoro svolto.

 

“Vicini a te”, progetto realizzato grazie al contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e di Regione Lombardia, con l’obiettivo di rafforzare i legami di vicinanza e diminuire la solitudine nei quartieri di Edilizia Residenziale Pubblica nell’ambito della Città di Milano e nel Distretto Magentino-Abbiatense attraverso diverse azioni mirate. Le attività del progetto hanno supportato oltre 50 neo-mamme, 158 anziani, 49 disabili e 85 famiglie indigenti.

Queste le principali risultanze emerse oggi durante l’incontro “Non solo l’8 marzo”, avvenuto al Teatro Filodrammatici, moderato da Dario Bolis – Direttore Comunicazione di Fondazione Cariplo. L’evento, sostenuto dalla Fondazione, è stato promosso da Telefono Donna.

Obiettivo dell’iniziativa, organizzata in occasione del 30esimo compleanno di Telefono Donna, è stato quello di dibattere sugli obiettivi raggiunti dalla Onlus e sul mutamento dello scenario in cui opera.

Nel corso dell’incontro sono stati presentanti i dati relativi ai diversi progetti messi in campo: dai Centri Milano Donna, alle case ad indirizzo segreto, passando per le diverse attività di sensibilizzazione e prevenzione.

I lavori sono stati aperti dalla Fondatrice di Telefono Donna Stefania Bartoccetti, che ha dichiarato: “L’8 marzo 1992, 30 anni fa, nasceva per mia volontà l’Associazione di Volontariato Telefono Donna. Le ragioni di quell’inizio non sono cambiate: lavoriamo giorno dopo giorno contro i pregiudizi e gli stereotipi comunemente diffusi sulle donne, con l’obiettivo di far conoscere alle Istituzioni e alle realtà sociali che i vissuti delle donne scrivono il grande libro dell’esperienza al femminile, fatta di ruoli, posizioni e attività che smentiscono i soliti luoghi comuni.  Telefono Donna si propone di creare il clima più favorevole affinché le donne ritrovino la propria stima, dopo essere state offese nella loro dignità.

Le nostre psicologhe e counselor lavorano per ridare fiducia alle donne maltrattate attraverso la conquista della propria autonomia e capacità. L’ascolto avviene nel modo più naturale, attraverso una telefonata alla nostra sede, che può dare inizio a un’altra storia di sé e prospettare soluzioni dove prima si vedevano solo vicoli ciechi.  Sono consapevole che l’ascolto di realtà dolorose sia già un motivo di miglioramento della propria condizione, e più ancora sono convinta che l’ascolto persegua gli obiettivi migliori perché nasce senza nessun costo per chi si rivolge a noi”.

“Sono qui perché Stefania ha dato origine a questo aiuto per le donne in un periodo in cui non si era consapevoli del pericolo e si faceva fatica a sapere. È stata un’intuizione geniale.

Un motivo di elogio per la città, per me e per voi che collaborate. Sono convinto che il lavoro fatto in questi 30 anni sia stato straordinario, non soltanto perché ha fatto delle azioni, ma perché ha creato una mentalità, un atteggiamento, un modo di pensare.

Oggi nascono altri problemi, ma il motivo principale è essere una via di sostegno nel momento del pericolo, per lo meno come consapevolezza generale e primi l’hanno identificato, per primi hanno incominciato” dichiara Francesco Alberoni, Sociologo.

“Se io immagino una persona, oggi una persona a 30 anni vive un momento importante della propria vita perché una volta diventavi adulto prima. Per Telefono Donna arrivare a 30 anni vuol dire che tutto quello che ha fatto fino adesso non basta, deve prendersi nuove responsabilità purtroppo di fronte ai tantissimi problemi di cui abbiamo parlato oggi. Deve fare un salto. Ha creato una rete, un’infrastruttura, ma oggi deve decidere cosa vuole fare da grande” dichiara Dario Bolis, Direttore Relazioni Esterne Fondazione Cariplo.

“Telefono Donna nasce 30 anni fa e da ben 24 anni è operativo all’interno dell’Ospedale Niguarda. Fin dall’inizio si è instaurata una collaborazione intensa e fattiva, in particolare modo con il nostro Pronto Soccorso. Qui accogliamo ogni giorno circa 300 utenti, con ogni tipo di bisogno assistenziale. Riuscire in questo contesto ad intercettare possibili situazioni di violenza e, soprattutto, poter intervenire tempestivamente è fondamentale. La presenza degli operatori di Telefono Donna proprio all’interno dell’Ospedale rende possibile questa presa in carico tempestiva.

Ma non solo ospedale. Niguarda sta attraversando una fase di sviluppo sul territorio e quello che auspico è di poter ampliare la collaborazione con Telefono Donna, affinché esca anche dalle mura dell’ospedale per entrare nelle strutture socio sanitarie del Municipio, i consultori o le nuove Case della Comunità. Tutto questo per essere ancora più vicini alle donne e alle persone che hanno bisogno di un supporto” dichiara Simona Giroldi, Direttore Socio Sanitario ASST Niguarda.

“Partecipo con piacere a quest’iniziativa di Telefono Donna. 30 anni di questa associazione hanno dato a questa città un esempio di concretezza, realtà e sostegno ai disagi della violenza sulle donne.

La dottoressa Bartoccetti è sicuramente una testimonianza importante per Milano e per tutte le realtà associative che devono affrontare il sostegno agli emarginati e il disagio sociale, con grande spirito di collaborazione senza steccati di nessuna natura né politica né religiosa” dichiara Domenico Ippolito, Direttore generale Aler Milano.

Presenti all’evento, inoltre, rappresentanti di Istituzioni, Terzo Settore, Aziende Pubbliche e Private: Stefano Bolognini, Assessore allo Sviluppo Città Metropolitana, Giovani e Comunicazione di Regione Lombardia; Elena Lattuada, Delegata alle Pari Opportunità del Comune di Milano; Alessandra Locatelli, Assessore alla Famiglia, Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari Opportunità di Regione Lombardia; Simone Locatelli, Presidente Municipio 2; Santo Minniti, Presidente Municipio 6; Gaetana Giambruno, Comune di Cerro Maggiore; Cristina Begni, Fondatrice Viva Vittoria; Paola Boccardi, Vice Presidente Ordine degli Avvocati; Fabrizio Capaccioli, Managing Director Asacert srl; Salvatore Forte, Presidente Fondazione Comunitaria Ticino Olona; Domenico Ippolito, Direttore Generale Aler Milano; Michela Jesurum, Jesurum-Leoni Comunicazione; Marina Mignone, Vice Presidente Fondazione Comunitaria Ticino Olona; Claudia Segre, Presidente Global Thinking Foundation, che hanno partecipato al dibattito portando il contributo delle realtà che rappresentano – tutte impegnate al fianco di Telefono Donna e delle Donne.

Telefono Donna è riconosciuto Centro Antiviolenza da Regione Lombardia e dispone di dieci case protette a indirizzo segreto. La Onlus ha supportato oltre 100.000 donne nei 30 anni di attività. Per l’impegno profuso dal maggio 2020 è membro del Comitato di Coordinamento del Tavolo Antiviolenza di Regione Lombardia.