Manzoni e la Milano di Napoleone, la mostra alla Biblioteca Braidense.

Dagli autografi di Pietro Verri alla prima edizione delle ‘Ultime lettere di Jacopo Ortis’ e quella dei ‘Sepolcri’, a un esemplare postillato da Stendhal, fino alle stesure autografe del ‘Cinque maggio’. iI rarissimi documenti si potranno ammirare da domani, 5 maggio, al 10 luglio, alla Biblioteca Nazionale Braidense che ospita, per ricordare l’anniversario (che cade appunto domani) dei duecento anni dalla morte di Napoleone Bonaparte, la mostra “La Milano di Napoleone: un laboratorio di idee rivoluzionarie.1796-1821”.

“La maggior parte di noi immagina Napoleone già come un imperatore, o in sella al suo cavallo come un nuovo Alessandro. In realtà, Napoleone arrivò in Italia come il più giovane generale della rivoluzione francese, espressione dei valori illuministici. Duecento anni dopo la sua morte, la Biblioteca guarda come Brera fu forgiata del calore della rivoluzione e temperata dagli ideali dell’Illuminismo”, ha dichiarato James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense, che oggi ha preso parte a una conferenza stampa online di presentazione della mostra.

Dalle premesse poste nella Milano illuminista alla giornata drammatica dell’uccisione di Prina, dal rinnovato classicismo di Monti e Foscolo alla sua crisi e al confronto con la cultura romantica, dal «servo encomio» al «codardo oltraggio», dall’opposizione di Foscolo alla nostalgia di Stendhal, dalla fondazione del Teatro patriottico alla poesia di Carlo Porta, dal concorso su ‘Quale dei governi liberi meglio convenga alla felicità dell’Italia ai nuovi codici legislativi’: tanti percorsi di un tratto di storia che da Milano si intrecciano con l’Italia e con l’Europa. Percorsi che i visitatori potranno rivivere attraverso i documenti spesso rarissimi esposti nelle bacheche.

La mostra, a cura di Giorgio Panizza e Giulia Raboni, con la collaborazione di Gianluca Albergoni, Alviera Bussotti, Margherita Centenari, Aldo Coletto, Christian Del Vento, Matilde Esposito, Loredana Garlati, Mariella Goffredo, Carmela Marranchino, Alessandro Morandotti, Mauro Novelli, Duccio Tongiorgi, espone 147 opere, delle quali 123 del patrimonio conservato nella biblioteca e 24 da altre istituzioni che hanno prontamente risposto all’appello. (Centro Nazionale Studi Manzoniani, Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei di Pavia, Biblioteca delle Civiche raccolte storiche di Milano, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano, Società Storica Lombarda di Milano, Biblioteca Sormani – Centro stendhaliano di Milano, Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana di Milano, Biblioteca Civica C. Bonetta di Pavia, Fondazione Raffaele Mattioli per la storia del pensiero economico di Milano).

Arricchiscono il percorso i ritratti di tre protagonisti, in quadri che fanno parte del patrimonio della Braidense: gli oli su tela di Giuseppe Diotti, Ritratto di Napoleone I imperatore (1810); di Filippo Pistrucci, Ritratto di Ugo Foscolo (1822), che riporta sul verso una redazione autografa del sonetto-autoritratto di Foscolo; e quello con Alessandro Manzoni a 20 anni (1805), già attribuito a Maria Cosway.

La mostra, inserita nelle iniziative del Comitato per il bicentenario napoleonico 1821-2021, sarà visibile a maggio sulla piattaforma BreraPlus+ con i curatori che illustreranno la rassegna attraverso una visita guidata on line.

“Questa mostra è utilissima per riacquisire consapevolezza su quanto quegli anni hanno significato per lo sviluppo della città. Brera in questi anni ha sviluppato programmi innovativi che hanno fatto in modo che questa istituzione fosse il vero cuore della città. Infatti la connessione tra Brera e la città è fondamentale. Sono tanti i capitoli della storia di Milano che sono intimamente connessi a ciò che Brera ha rappresentato o ciò che è accaduto a Brera. La figura di Napoleone incarna questa connessione: l’importanza che ha avuto dal punto di vista storico e politico per la città di Milano è simbologgiata da Brera, non solo come istituzione museale ma come centro culturale. E’ stato uno dei capitoli fondanti l’influenza del pensiero di Napoleone sullo sviluppo della città”, ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno.(MiaNews)