In Italia 2 milioni di Neet, Unicef li toglie dal fuorigioco.

Oggi – con l’evento online “Non siamo in fuorigioco!” – si conclude il progetto dell’UNICEF Italia ‘Neet Equity’ – selezionato dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale nell’ambito dell’Avviso “Prevenzione e contrasto al disagio giovanile” (ID 189/Avviso Disagio), e rivolto a ragazzi e ragazze tra i 16 e i 22 anni di Napoli, Taranto e Carbonia.

“I NEET sono ragazzi, ragazze e giovani che non studiano, non lavorano, né seguono percorsi di formazione. Secondo gli ultimi dati Istat in Italia i giovani NEET tra i 15 e i 29 anni sono circa 2 milioni; nel Mezzogiorno l’incidenza dei NEET è più che doppia (33,0%) rispetto al Nord (14,5%) e molto più alta di quella rilevata al Centro (18,1%). Quest’anno, inoltre, la pandemia da COVID-19 ha contribuito ancora di più a peggiorare questa situazione. Il progetto NEET Equity è nato con l’obiettivo di migliorare la capacità del territorio nel costruire politiche attive, partecipate, che includano tutti, attraverso diverse attività svolte nelle città di Napoli, Taranto e Carbonia e si è rivelato un importante strumento per realizzare qualcosa di concreto a favore di una delle fasce della popolazione che in questo momento ha maggiormente bisogno di aiuto e sostegno”, ha dichiarato Carmela Pace, Presidente dell’UNICEF Italia.

ATTIVITA’ DEL PROGETTO – “NEET Equity” è il progetto con cui l’UNICEF Italia ha inteso migliorare la capacità del territorio di fare sistema nel costruire politiche attive partecipate a favore dell’inclusione dei giovani, partendo dal coinvolgimento attivo dei ragazzi e delle ragazze, Il progetto, avviato a maggio 2018, ha visto una prima fase di coinvolgimento di giovani ed esperti culminata con la realizzazione della ricerca “Il Silenzio dei NEET. Giovani in bilico tra rinuncia e desiderio”. I dati e le domande emerse sono stati fondamento per i Laboratori Urbani di Partecipazione (LUP) online – momenti di formazione e confronto – durante i quali i giovani hanno ricevuto formazione sulla progettazione sociale e sulle tecniche e regole della comunicazione per realizzare progetti di riattivazione e riprogettazione del loro futuro, nella convinzione che sia responsabilità condivisa della cosiddetta Comunità educante lavorare per ridurre le disuguaglianze e gli ostacoli per il pieno sviluppo delle potenzialità dei ragazzi e delle ragazze, come sancito nell’art. 29 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

In seguito ai Laboratori Urbani Partecipati (LUP4.0), dei tanti che hanno partecipato,  32 ragazzi e ragazze di Napoli, Taranto e Carbonia, di età dai 17 ai 22 anni, hanno presentato 9 progetti, “idee per la ripartenza”, che, attraverso diverse attività – dalla moda, alla lettura, allo studio, alla riqualificazione urbana – hanno l’obiettivo di rendere i giovani protagonisti di opportunità di crescita e lavorative, per uscire fuori dalla condizione di NEET e costruire un futuro migliore per se stessi e la società in cui vivono.

I VINCITORI – Nel corso di tre forum territoriali, svoltisi online il 14, il 16 e il 18 dicembre, sono stati selezionati 4 progetti dei 9 proposti, che oggi sono stati presentati nell’evento conclusivo dai ragazzi e dalle ragazze di Napoli, Taranto e Carbonia insieme ai partner del territorio; oggi è stato lanciato anche il video conclusivo, con protagonisti i 4 progetti vincitori, disponibile online – link a video: https://www.youtube.com/watch?v=wy4KLXBsQNI&feature=youtu.be

Questi i 4 progetti selezionati:

 

  • per Napoli: “Ricomincio da qui. Dialoghi di ripartenza” per creare, nel quartiere Scampia, un centro dove i giovani si possano incontrare, parlare, leggere, stare insieme, un luogo aperto ai giovani con i giovani.

 

  • per Taranto ex aequo: “Teatro Abbàsch” per creare una Compagnia Teatrale Giovani capace di autogestirsi, formarsi e attrarre altri coetanei al fine di prevenire e contrastare il disagio sociale che porta i ragazzi e le ragazze all’abbandono scolastico, all’autoesclusione dalla società; e “l’Accademia Pubblica della Moda” che ha l’obiettivo di realizzare un’istituzione con connotazioni lavorative e formative, in cui convogliare le tante competenze specifiche presenti sul Territorio, recuperando un edificio scolastico abbandonato nel quartiere Paolo VI.
  • per Carbonia: “Rigeneriamo. La Carbonia che vorremmo!” per realizzare uno spazio aperto attraverso un gruppo ON-LINE che documenti attraverso foto e video la presenza di spazi inutilizzati o abbandonati e indichi suggerimenti e possibilità di riutilizzo e rigenerazione urbana.

IL WEBINAR- L’evento conclusivo – suddiviso in sue sessioni moderate da Andrea Iacomini, Portavoce dell’UNICEF Italia e da Virginia Meo, coordinatrice nazionale del progetto – si è aperto con gli indirizzi di saluto di Carmela Pace, Presidente dell’UNICEF Italia e di Flavio Siniscalchi, Capo Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio Civile Universale del Ministero per le Politiche giovanili e lo Sport, ed ha visto il contributo dei ragazzi e delle ragazze di Carbonia, Taranto e Scampia a Napoli nonché gli interventi di  numerosi rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, tra cui: Paola Massidda e Loredana La Barbera, Sindaco e Assessore Politiche Sociali e Giovanili Comune di Carbonia; Domenico Mazzella di Bosco, Dirigente I.S.I.S. “Melissa Bassi” di Scampia; Alessandra Clemente, Assessore alle Politiche Giovanili, Creatività e Innovazione Comune di Napoli; Eva Degl’Innocenti, Direttore Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MarTA; Gabriella Ficocelli, Assessora alle Politiche Sociali e Giovanili del Comune di Taranto; Adriana Ciampa, Dirigente della Divisione IV della Direzione generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Tullia Passerini, Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Federico Scriva, Segreteria Tecnica del Capo Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione  e di Anna Riatti, coordinatrice del Programma UNICEF-ECARO per i minorenni migranti e rifugiati in Italia.

“Nessuno escluso” è lo slogan che ben traduce l’impegno dell’UNICEF nel mondo a favore dell’inclusione sociale dei più giovani e che è stato recentemente consolidato attraverso due iniziative in particolare: la partnership globale “Generation Unlimited, lanciata nel 2018 con l’obiettivo di inserire- entro il 2030 –  tutti i giovani compresi tra i 10 e 24 anni in percorsi scolastici, lavorativi o di formazione e il programma europeo della “Child Guarantee”, ovvero il programma pilota per il contrasto alle diseguaglianze e alla povertà minorile che recentemente l’UNICEF è stato incaricato dalla Commissione Europea di testare in alcuni Paesi, tra cui l’ Italia, in stretto coordinamento con il Governo.