Taxi, dalla Regione silenzio senza ragione.

La politica è questione di scelte.

Ieri l’assessore ai trasporti e mobilità Claudia Maria Terzi ha scelto, di nuovo, di chiudere la porta in faccia ai tassisti milanesi.

“Proprio mentre le istituzioni dovrebbero manifestare massima apertura verso le categorie produttive in difficoltà – spiega Pietro Gagliardi, delegato taxi per l’Unione Artigiani di Milano e Monza-Brianza – , alcuni dei lavoratori più colpiti dalla crisi non vengono nemmeno ascoltati”.

Regione Lombardia ha per legge il dovere di sostenere il servizio pubblico di trasporto per garantire un bene primario della cittadinanza come quello della mobilità , lo prevede la costituzione con il Titolo V° e lo ribadisce la stessa legge Regionale 6/2012.

Purtroppo l’’ottemperanza di questi obblighi legislativi non sono patrimonio di questo Assessorato. Ancora una volta un incontro, ottenuto dopo lunga insistenza, è saltato all’ultimo minuto.

La chiusura nei confronti della categoria – tratto distintivo dell’assessorato Terzi – ci impedisce di svolgere adeguatamente il nostro ruolo istituzionale di catena di trasmissione tra operatori e amministrazione in un momento drammatico.

Forse la situazione diventerà più chiara quando si vedranno i primi taxi fermi perché mancano i soldi per il rifornimento.

“Regione Lombardia non può continuare a ignorare la voce dei tassisti – sottolinea Gagliardi –  che oggi meritano risposte, esattamente come hanno ricevuto i loro colleghi di altre parti d’Italia, dove è stato pubblicamente riconosciuto il loro contributo anche durante la pandemia.

Abbiamo tenuto fede fino in fondo del nostro ruolo, assolvendo la nostra responsabilità sindacale con il massimo impegno e rispetto per ogni singolo tassista che rappresentiamo, per la situazione difficile che tutti viviamo e per l’istituzione alla quale ci rivolgiamo.

L’ennesimo rifiuto di Regione Lombardia all’utilizzo della concertazione e della programmazione negoziata aprirà la strada a possibili scenari incontrollabili.Chi ha una responsabilità politica dovrebbe ricordare che solo il confronto continuo con i corpi intermedi garantisce legittimità e tenuta sociale, soprattutto quando le difficoltà economiche rischiano di diventare sofferenze umane, con esiti disastrosi per tutti.”