Scioperi, dopo Amazon è la volta dei lavoratori della logistica.

Dopo lo sciopero dei lavoratori di Amazon, del trasporto pubblico e dei rider, i lavoratori della logistica, tra cui quelli di Gls e Ups, sono scesi in piazza per chiedere più diritti, più salari e rinnovi di contratto.

Cartelli alla mano, in un centinaio hanno aderito allo sciopero nazionale indetto dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil dandosi appuntamento questa mattina in via Fantoli, vicino all’aeroporto di Linate.

“Oggi non si sgobba”, “Basta chiacchiere, internalizzare”, “Ogni tre anni la stessa commedia, ma sui diritti non si media” e “Lavoratori della logistica essenzialmente arrabbiati” si leggeva sugli striscioni appesi.

I sindacati denunciano la rottura del tavolo nazionale per il rinnovo del contratto collettivo ritenendo gli atteggiamenti da parte delle associazioni datoriali e delle aziende di logistica “provocatori” e “irrispettosi”.

“La trattativa sembrava essere quella definitiva invece le richieste sindacali sono state disattese, non ci sono al momento presupposti per un rinnovo – ha spiegato Luigi Tripodi, segretario regionale Uilt Uil -. Nell’ultimo anno questi lavoratori hanno lavorato in condizioni difficili in pieno lockdown, garantendo i servizi indispensabili del Paese”.

Secondo Luca Stanzione, segretario generale Filt Cgil Lombardia: “Il tavolo si è rotto per responsabilità di tutte le organizzazioni datoriali che non vogliono rinnovare il contratto nazionale per un milione di persone che hanno approvvigionato i supermercati e le farmacie durante la pandemia. Questi lavoratori rappresentano il 9% del prodotto interno lordo ed a loro non viene riconosciuta la professionalità e il salario che da 15 mesi non percepiscono perché il contratto è scaduto”.

Si stima che in Lombardia “ci sia un quinto di tutti i lavoratori del settore, circa diverse decine di migliaia di persone. All’interno del territorio si muovono centinaia di migliaia di tonnellate all’anno su strada – ha continuato Tripodi -. L’Italia ha scoperto in questa pandemia che il settore del trasporto merci è essenziale. È grazie a questo riconoscimento che ci aspettavamo risposte che diverse che ahimè non sono arrivate”.

Non perde la speranza Cristian, delegato Ups Milano: “Le mie condizioni 5 anni fa erano peggiori ma sono migliorate grazie a una lotta cosciente politica. I nostri sindacati non devono andare a sedersi per 100 euro, vogliamo cose migliori, contratti dignitosi e un futuro. Non vogliamo perdere quello che abbiamo conquistato”. (MiaNews)