Superbonus e bonus edilizi.

a cura dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano

Davvero un Peccato!! Il Superbonus 110% poteva essere un ottimo strumento per la ripresa economica dell’Italia. Certamente rivoluzionario, specie per l’introduzione di modalità innovative: cessione del credito e sconto in fattuta.  Modalità poi ampliata anche agli altri bonus edilizi, esistenti da tempo.

Norma scritta forse troppo in fretta, quindi con tante lacune; una fra tutte quella di averdatospazio alletante frodi, che si sono perpetrate specie nel bonus facciate, chea differenza di quanto previsto per gli altri bonus edilizi, non prevedeva, almenoinizialmente, alcun controllo e nessun limite di spesa.

E poi l’altro grande buco normativo: la mancanza di controllo dei prezzi  dei materiali. Questi sono lievitati e non solo per la grande domanda, rispetto ad una limitata offerta, ma molto anche per pura speculazione. Certo è stato un percorso nel quale tutti gli operatori coinvolti hanno dovuto sperimentare sul campo le tante problematiche che si sviluppavano nella messa in pratica di questo nuovo strumento. Prova ne è stato il continuo ricorrere ad emanazioni di decreti legge d’urgenza, circolari, risposte dell’Agenzia delle Entrate, interpretazioni, ecc, ecc. Sono stati scritti fiumi di parole!!

Certo se ci fosse stata la volontà politica e le adeguate risorse statali, la soluzione ottimale sarebbe stata quella di un piano di programmazione industriale, che partiva proprio dai bonus edilizi da distribuire su periodo decennale/ventennale, dove le aziende allora si che si potevano strutturare per mettere in produzione tutti quei beni che vedavano l’utilizzo nell’edilizia, le imprese di costruzioni  si riorganizzavano dopo le varie crisi vissute.

La ripresa economica poteva concretizzarsi, trovando ampi spazi per l’occupazione, le categorie professionali si rivitalizzavano. La derivante tassazione dei maggiori redditi prodottiavrebbe riportato nelle casse statali le risorse impiegate. Inoltre non solo si raggiungeva un importante risparmio energetico nazionale, ma anche, con la riduzione dell’inquinamento nelle nostre città “camere a gas”, dove il riscaldamento degli edifici  pesa per il 40% del totale dell’inquinamento atmosferico,  un risparmiodelle spese del sistema sanitario nazionale,  nel lungo periodo, considerando le patologie conseguenti all’inquinamento.

Non dimentichiamo poi che i vari bonus edilizi, compreso il Superbonus, prevedono anche interventi per la riduzione del rischio sismico, anche nell’ambito della ricostruziione, che, specie nei territori del centro Italiacolpiti dagli ultimi terremoti, contribuiva alla ricostruzione degli edifici danneggiati.

E’ ovvio che con il DL n. 11 del 16.02.2023, che abolisce per gli interventi edilizi iniziati dopo il 17.02.2023, entrata in vigore dello stesso, la possibilità della cessione del credito fiscale o dello sconto in fattura, vedrà fortemente ridotto il ricorso ai  bonus edilizi, in quanto questi saranno  possibili solo per coloro che avranno la forza di fruirne attraverso la detrazione diretta dalle proprie imposte, attualmente unica possibilità.

Quindi l’utilizzo dei bonus edilizi sarà riservato solo a coloro che oltre ad avere la forza finanziaria di pagare gli interventi, avranno anche quella reddituale , cioè di avere un reddito sufficientemente alto, la cui derivante tassazione sarà tale da assorbire l’importo delle quote annuali, quattro o dieci a seconda della tipologia di intervento eseguito, i cui crediti fiscali sono suddivisi, pena il rischio di perderne il recupero.

Chiaro è che politicamente non si è voluto o potuto abolire i bonus edilizi, ma indirettamente, con questa limitazione, si è raggiunto ugualmente lo scopo.

Inoltre la differenza tra modalità “detrazione diretta” o “ cessione del credito/sconto in fattura”, per le casse dello Stato non esiste; sempre qualcuno avrebbe detratto dalle proprie imposte la stessa cifra!!

Ed inoltre proclamare che il “Superbonus” è costato per ogni cittadino italiano è costato piu di 2000 euroè certamente vero, quanto vero è che per cisìascun cittadino pesa qualsiasi spesa pubblica!

Importante sarebbe che tale spesa sia spesa bene e per il bene comune.

Su questo drastico cambio di indirizzo adottato dal Governo, con l’emanazione, manco a dirsi anche questa “urgente”, del DL. n. 11 del 16.02.2023, ho sentito due spiegazioni, una tecnica e una politica, che reputo entrambi valide. Quella tecnica vuole vedere la volontà dell Stato di indirizzare l’operare delle imprese edili non piu’ negli interventi di Superbonus e ristrutturazione ma negli appalti del PNRR, che vede attualmente le gare  deserte. Quella politica vede invece il bisogno di bloccare gli interventi edilizi, il cui potrarsi avrebbe prodottoun PIL dell’Italia troppo alto, rispetto al volere di Germania e Francia, che preferoscono avere un’Italia piu’ “debole”.

Certamente l’odissea Superbonus & C. non finisce qui; ci si aspetta altre novità, non ultimo quelle finalizzate a risolvere la questione dei crediti fiscali cd. incagliati;vera piaga per le imprese edili.

Ma il problema si farà serio con la prossima imminente delibera EU circa l’adeguamento degli immobili dei diversi Stati membro a specidfici requisiti di ecosostenibilità. Chissà che i tanto discussi bonus edilizi non vengano rimessi in discussione?  Speriamo, stavolta, con leggi meglio scritte, dopo il rodaggio cosi’ tormentato delle passate.

D.ssa Patrizia Ottino Consigliere dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano