Meglio il carcere del cpr.

a cura dell’Avvocato Alessandra Angelelli

STAVO MEGLIO IN CARCERE 

CHE QUI IN CORELLI
Sono le parole che mi hanno più colpito mentre parlavo con Madi, 2 metri e 14 di ragazzone del Gambia.
Perché e’ davvero così.
Il noto CPR -centro di permanenza per il rimpatrio- milanese e’ un posto peggio della prigione.
Gli stranieri -abbastanza indistintamente rispetto alle loro storie – sono rinchiusi in una struttura (simile, anzi uguale anche dall’esterno, ad un Alcatraz italiano) in attesa che sia pronto un ipotetico volo per il paese…il loro, ma dal quale sono scappati…
Qui dentro le condizioni sono senz’altro lontane da un qualcosa che si avvicina al concetto di dignità.
Sono solo una trentina di “ospiti”al momento all’interno di queste mura kilometriche. Ma, nonostante lo spazio, non e’ possibile resistere un giorno.
Spazzatura ovunque, disordine, abbandono.
Solitudine che ti toglie ogni speranza. E che ti porta ad atti autolesionisti come spesso accade.
Le guardie sono di numero quasi superiore ai “ detenuti”.
Non si può criticarli, loro fanno il Loro dovere, il Loro mestiere. Alcuni sono davvero accoglienti e sembrano avere sincero rispetto dei ragazzi reclusi.
Ma chi non lo fa è il sistema. Siamo Noi. Che lasciamo fare.
Vi lascio guardare le foto.