Incertezze della guerra ed effetti della pandemia sul mercato del lavoro lombardo, il report di Confartigianato con focus giovani.

Il prolungamento della guerra in Ucraina e l’amplificazione della crisi energetica potrebbero interrompere il percorso di recupero della recessione causata dalla pandemia. Già nei primi quindici giorni di marzo 2022, a livello nazionale, risultano in netto aumento le attese sulla disoccupazione da parte dei consumatori e, tra la imprese, si osserva un diffuso peggioramento delle attese sull’occupazione.

Per aprile 2022 le entrate previste dalle imprese lombarde, rispetto ad aprile 2021, segnano un rallentamento per il Manifatturiero (-9,8%) e per le Costruzioni (-31,3%), mentre salgono nei Servizi (+12,5%), trainate dalla forte crescita delle attività legate al Turismo. Nel mese in esame le MPI fino a 49 dipendenti danno il contributo maggiore alla domanda di lavoro (53,7% del totale entrate sono previste da MPI).

“L’attuale situazione di incertezza globale destabilizza le nostre imprese – commenta Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Lombardia – e le rende più caute nel fare investimenti a lungo raggio. Questo atteggiamento prudente inizia a mostrare ricadute anche sulla determinazione di ampliare il capitale umano delle aziende e da qui il dato, che già oggi si rileva per alcuni settori chiave dell’economia regionale, di un rallentamento delle dinamiche occupazionali.

Oltre all’instabilità del contesto (fattore esogeno, ma determinante per chi intraprende), gioca un ruolo importante il caro bollette e la fatica a reperire la materia prima, che peraltro fa segnare prezzi da capogiro.

A fronte di tutto ciò, vale la pena sottolineare che le figure che le aziende cercano e ritengono nodali per affrontare un momento come questo faticano a trovarsi sul mercato: il mismatch domanda-offerta di lavoro si dilata sempre più. È un tema del quale si discute da anni, che ora va affrontato di petto, con la massima urgenza e risolutezza, strutturando un connubio più solido e coeso tra mondo della formazione dell’impresa”.

Gli occupati in Lombardia nel 2021 sono 4 milioni 333 mila, crescono dello 0,4% rispetto al 2020 (+17 mila unità) ma non hanno recuperato i livelli pre-pandemia del 2019 (-2,7%), cumulando un calo di oltre cento mila occupati (-119 mila unità).

Rispetto al 2019 (pre-crisi), nel 2021 si rileva una particolare difficoltà degli indipendenti che registrano un -7,2% (> -6,4% nazionale), mentre è più contenuta e pari al -1,5% la flessione dei dipendenti. A livello settoriale, in termini di occupati, recuperano i livelli pre-crisi solo le Costruzioni (+10,6%), mentre sono in ritardo il Manifatturiero esteso (-3,6%) e i Servizi (-3,8%). In termini di genere si registra una diminuzione diffusa con gli uomini a -3,5%, in maggior ritardo rispetto alle donne -1,6%.

Ad aprile 2022 nella nostra regione sono difficili da reperire più di 4 lavoratori su 10 (42,8%), pari a 30.611 entrate delle 71.520 totali previste, quota in aumento di 14 punti su aprile 2019, mese pre-crisi. A livello provinciale le criticità maggiori si registrano a Lecco (48,0%, +14,7 punti su aprile 2019), Pavia (48,0%, +18,2 punti), Cremona (47,8%, +18,4 punti), Sondrio (47,6%, +18,1 punti) e Varese (47,5%, +16,1 punti).

Tale problematica oltre a risultare in salita nel tempo, è superiore per le MPI e per l’artigianato (con quota entrate difficili da reperire nel 2021 pari al 43,9%, sopra di 10,6 punti al 33,4% totale) e diviene più elevata quando le imprese rivolgono la ricerca a profili giovani fino ai 29 anni: nell’artigianato il peso delle entrate difficili da reperire di under 30 si attesta al 47,8% (vs 43,9% totale).

Difficoltà che si fa più ancora più acuta quando oltre ad una figura giovane viene richiesta dalle imprese un po’ di esperienza (in termini di soft skills): per l’artigianato in tal caso la difficoltà di reperimento sale al 55,2%. Esperienza che può essere acquisita durante il percorso scolastico attraverso tirocini, che vengono ospitati in Lombardia dal 13,2% delle imprese (>11,4% nazionale), anche attraverso convezioni ad hoc avviate tra scuole e imprese.

Oppure può essere acquisita attraverso percorsi di accompagnamento all’ingresso nel mondo del lavoro con l’apprendistato, privilegiato dall’universo artigiano (33,4% delle assunzioni di giovani con contratto apprendistato vs 20,6% totale). Si tratta in ogni caso di forme di apprendimento che permettono la contaminazione tra cultura e pratica e agevolano l’orientamento e le scelte delle donne e degli uomini di domani rispetto al ‘cosa fare’.

L’esperienza pratica, l’accumulazione di know-how dal fare in un’impresa artigiana, permette ai più giovani di arricchire la propria cassetta degli attrezzi e crearsi anche “un’altra” opportunità per il futuro: imparare un mestiere e aprire la propria attività. L’artigianato infatti rappresenta ancora oggi un campo fertile per l’autoimprenditorialità.

A conferma della rilevanza dello strumento dell’apprendistato anche il dato riferito alle trasformazioni di rapporto di lavoro: nel 2021 in Lombardia salgono del 22% le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo, in netta controtendenza rispetto a quelle a tempo determinato, che crollano del 14%.

Un contributo al tema lo offre certamente l’Accordo sulle Provvidenze ELBA (Ente Lombardo Bilaterale dell’Artigianato) appena firmato da Confartigianato Lombardia e le altre Organizzazioni dell’Artigianato con i Sindacati che prevede un premio a favore degli apprendisti che ottengano la qualifica di operaio o impiegato, un contributo alle imprese che attivino contratti di apprendistato e per la formazione esterna degli apprendisti, nonché alle imprese che confermino l’apprendista e che accolgano giovani attraverso tirocini extracurricolari e studenti che frequentino percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento.

“Tirocinio e apprendistato hanno un’importanza capitale perché avvicinano il giovane al mondo del lavoro – conclude il Presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti – Il tirocinio può definirsi come un percorso formativo on the job, mentre l’apprendistato è un contratto subordinato a tutti gli effetti che nell’artigianato ha sempre dato ottimi frutti con un’alta percentuale di trasformazioni a tempo indeterminato”.