Migliorano le Borse europee, spinte dai futures Usa in attesa della bilancia commerciale di marzo, delle scorte all’ingrosso e al dettaglio, dell’indice della fiducia dei consumatori e di quello manifatturiero della Fed di Richmond. Milano (Ftse Mib +1,6%) si conferma la migliore seguita da Francoforte (+0,5%), Londra (+0,4%) e Parigi (+0,2%), mentre Madrid (-0,15%) si conferma in calo. Effetto conti trimestrali su Abb (+5%), Ubs (+4,92%), Santender (+0,3%) e Bp (-1,4%), che sconta anche il calo del greggio (Wti -18,7% a 10,41 dollari al barile) insieme a Total (-0,5%). In controtendenza Eni (+1,1%), spinta dagli analisti di Lbbw. Il calo dello spread tra Btp e Bund tedeschi, sceso a quota 214 punti, spinge in Piazza Affari Azimut (+5,54%), Bper (+3,85%), Banco Bpm (+3,19%), Unicredit (+3,21) e Intesa (+3,1%). Corre Lufthansa (+4,84%), su ipotesi di un ingresso dello Stato tedesco in soccorso della Compagnia Lo spread tra Btp e Bund è in calo questa mattina. Il differenziale segna 218 punti base dai 221 della chiusura di ieri, con un tasso di rendimento del decennale italiano all’1,71%.
Il petrolio affonda al mercato di New York, dove le quotazioni del Wti perdono il 25,38% a 12,64 dollari al barile. Giù anche il Brent che al mercato di Londra perde l’8% a 19,7 dollari.
I prezzi del petrolio Usa segnano un nuovo tonfo nelle contrattazioni del mattino sui mercati asiatici, scontando i rinnovati timori sulla capacità di stoccaggio nel mezzo del crollo della domanda con la pandemia del Covid-19 e malgrado il taglio della produzione avviato dai principali player: il benchmark americano West Texas Intermediate (Wti) cede il 9,3%, a 15,36 dollari al barile, mentre il Brent, il benchmark internazionale, accusa una limatura del 3,2%, a 20,75 dollari al barile.