Borsa, settimana chiusa in calo.

Il peggioramento del quadro macroeconomico e le tensioni sull’asse Washington-Pechino continuano a pesare sul sentiment degli operatori che, in chiusura di settimana, hanno privilegiato un atteggiamento prudente. A sostenere l’andamento del Ftse Mib, che si è fermato a 16.852,35 punti (-0,09%) sono stati titoli difensivi come Amplifon (+1,95%), Recordati (+6,05%) e Diasorin (+4,07%). Bene anche il comparto energetico, spinto dalla nuova seduta di guadagni del greggio (Eni ha terminato con un +0,07% e Tenaris ha segnato un +0,63%).

Dopo il +6,65% di ieri, il future con consegna luglio sul Brent in corrispondenza della chiusura dei listini europei passa di mano a 31,7$/barile, quasi 2 punti percentuali in più rispetto a ieri. Sul mercato obbligazionario lo spread tra titoli italiani e tedeschi ha proseguito la sua fase laterale facendo segnare un lieve rialzo a 241 punti base.

Tra i bancari, Intesa Sanpaolo ha terminato in sostanziale parità (+0,01%), UniCredit ha perso l’1,13% e Mediobanca ha lasciato sul parterre poco meno di mezzo punto percentuale (-0,47%). Negativa anche Unipol (-1,5%), che ha chiuso il primo trimestre con un utile in calo di oltre il 20% a 134 milioni.

Dopo le recenti vendite innescate prima dalla mancata vendita di PartnerRe e poi dalla decisione di Fiat Chrysler (+0,49%) di non distribuire il dividendo, ribalzo per Exor, che oggi ha terminato con un +3,13%. Denaro anche su Ferrari (+1,9%).

Secondo gli analisti di Prometeia, il Pil italiano nel 2020 farà segnare un tonfo dell’8,5%, contro il -6,5% stimato un mese fa (da +3,3 a +4,5% la view sul 2021). Sostanzialmente in linea con le indicazioni contenute nel Def, il rapporto tra debito e Pil è stimato al 155,4% (155,7% per il Documento di economia e finanza). (In collaborazione con money.it)