Borsa, banche a picco, Unicredit -4,4%. Spread a 222.

Il palazzo della Borsa in piazza Affari a Milano, 24 gennaio 2020.ANSA/Mourad Balti Touati

Si appesantisce Unicredit in Piazza Affari dove il titolo arriva a perdere il 4,42% a 6,78 euro, con lo spread tra Btp e Bund in rialzo oltre quota 222 punti, da 216 di ieri. Cede per l’analogo motivo Bper (-2,64%), mentre appaiono più caute Banco Bpm (-1,45%), Ubi Banca (-1,13%) e, soprattutto, Intesa Sanpaolo (-0,23%).

Borse europee deboli con i futures Usa in calo in piena emergenza coronavirus Oltreoceano. Gli occhi degli investitori sono puntati su diversi indicatori macroeconomici in grado di dare il quadro della situazione economica americana, dalle richieste di mutui alle vendite al dettaglio, dall’indice manifatturiero di New York alla produzione industriale, fino alle scorte delle società, per concludere poi con il Beige Book della Fed. La migliore è Londra (-0,6%), seguita da Parigi (-1,06%), Milano (-1,2%), Francoforte (-1,3%) e Madrid (-1,4%). Le vendite si concentrano sugli automobilistici a partire da Daimler (-4%), all’indomani della bocciatura di Fitch a ‘Bbb+’. Pesanti anche Volkswagen (-3,23%), Renault (-2,75%), Bmw (-2,6%) e Peugeot (-2,5%), più cauta invece Fca (-1,34%) in Piazza Affari, dove Ferrari guadagna lo 0,18%.  Lloyds (-4,55%), Bbva (-3,6%) e SocGen (-3,38%). Sotto pressione i produttori di microchip Infineon (-3,56%), legata al settore dell’auto, ed Stm (-3,5%) all’indomani del taglio a ‘neutral’ da parte di JpMorgan.

“Sulla base di nostre valutazioni a marzo la produzione industriale avrebbe subito una contrazione pari a circa il 15 per cento”. E’ quanto si legge nella relazione del Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e finanziaria di Bankitalia, Paolo Angelini, e di Giorgio Gobbi, Capo del Servizio Stabilità Finanziaria, in audizione alla Commissione banche sulle iniziative della task force per la liquidità del sistema bancario nell’emergenza sanitaria. “Le nostre stime indicano che tra marzo e luglio il fabbisogno aggiuntivo di liquidità delle imprese possa raggiungere i 50 miliardi”. “È necessario assicurare un rapido dispiegamento degli strumenti di contrasto dell’emergenza approvati dal Governo, ad esempio potrebbero essere considerate modalità di tracciamento dei finanziamenti erogati, quali l’obbligo di convogliare i finanziamenti con garanzia pubblica su conti dedicati”. Lo dicono il Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e finanziaria di Bankitalia Paolo Angelini e Giorgio Gobbi, Capo del Servizio Stabilità Finanziaria della Banca d’Italia.
“Per le banche che già presentavano elementi di fragilità è possibile che le azioni poste in essere dal Governo e dalle autorità di vigilanza non siano sufficienti a permettere loro di sostenere le conseguenze economiche della pandemia. Sarà necessario, in questi casi, al pari di quanto fatto per le altre imprese, valutare tempestivamente la possibilità di indirizzare il sostegno pubblico per favorire processi aggregativi anche degli intermediari di minore dimensione e maggiormente a rischio”. Così i rappresentati della Banca d’Italia in audizione alla Commissione Banche.
Nel mese di febbraio il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 2,7 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.446,9 miliardi. Lo comunica Banca d’Italia. L’aumento è dovuto principalmente all’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro (1,8 miliardi, a 73,4); vi hanno contribuito inoltre il fabbisogno (0,7 miliardi) e l’effetto complessivo di scarti e premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,2 miliardi).

Nuovi minimi per il greggio Wti che si porta sotto quota 20 dollari al barile, segnando un calo del 2,88% a 19,55 dollari, sui livelli più bassi dal 2002. Secondo l’International Energy Agency (Iea) nel 2020 la domanda globale di greggio segnerà nel corso dell’anno un calo record a 9,3 milioni di barili al giorno.

Chiusura in lieve calo per le principali Borse di Asia e Pacifico, oggi a ranghi ridotti per le festività celebrate a Seul e Mumbay. Tokyo ha lasciato sul campo lo 0,45%, Shanghai lo 0,42% e Hong Kong, ancora aperta, cede lo 0,56%. Segno meno per Sidney lo 0,39%, in controtendenza Taiwan (+1,11%). Negativi i futures sull’Europa e su Wall Street. Proprio agli Usa, con il crescere dell’emergenza coronavirus, guardano gli investitori in attesa delle richieste di mutui, delle vendite al dettaglio di marzo, dell’indice manifatturiero dello Stato di New York in aprile, della produzione industriale di marzo, delle scorte nei magazzini e, in ultimo, del Beige Book della Fed sullo stato dell’economia dell’Unione. Sugli scudi a Tokyo Sony (+2,58%), che ha annunciato l’avvio della produzione di ventilatori ospedalieri, e Fujitsu (+4,95%), sull’onda lunga delle raccomandazioni degli analisti. In difficoltà Suzuki (-4,85%), per il fermo della produzione a causa del coronavirus.