Banca Popolare di Sondrio: da Spa a società benefit per azioni una possibile strada per il futuro dell’Istituto.

Esaurite le doverose difese legali degli anni scorsi contro una legge che continuiamo a ritenere sbagliata e contraria alla necessità di avere in Italia un sistema bancario articolato territorialmente e coerente con il tessuto produttivo nazionale, non vi è alcun dubbio che ora sia necessario che la banca operi la trasformazione prevista dalla legge.

La posizione del Comitato (che oggi conta oltre 800 aderenti) è quindi, come sempre, quella di piena collaborazione e lealtà nei confronti della Banca, del suo vertice e del consiglio di amministrazione affinché questo storico mutamento si realizzi con la maggior coesione possibile nell’augurio che si apra per la Banca un nuovo positivo ciclo storico.

La nostra preoccupazione è oggi concentrata su ciò che può succedere dopo la trasformazione, come è avvenuto per altre storiche e importanti banche popolari che, trasformate in Spa, hanno perso la loro identità popolare originaria, nonché autonomia e indipendenza, entrando a far parte di gruppi finanziari o bancari di maggiori dimensioni.

Le ex popolari con la trasformazione in società per azioni hanno smarrito la loro peculiarità di banche del territorio, quali soggetti fondamentali per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale italiano, formato essenzialmente da micro, piccole e medie imprese. I riferimenti per queste imprese sono sempre state le banche a vocazione territoriale, dalle popolari alle banche di credito cooperativo, anche quest’ultime soggette ad una riforma che rischia di snaturare la loro vocazione di vicinanza e supporto all’economia locale.

Pensiamo che un’evoluzione in questa direzione sarebbe nefasta in particolare per la Valtellina, ma non solo.

A fronte di questo timore riteniamo che si possano, e si debbano, alzare le difese possibili finalizzate a tenere vivi i valori e le finalità fondanti della Popolare di Sondrio.

A tale scopo il Comitato, con i suoi esperti, è in fase finale nel lavoro di individuazione di opportuni strumenti da proporre anche dopo la coercitiva trasformazione ai Soci che hanno a cuore e credono nei valori di fondo della Banca Popolare di Sondrio in modo che si possano creare le premesse e l’opportunità di un dialogo attivo e proficuo con la Banca nella sua nuova veste di società per azioni in un contesto e con un prospettiva di lungo periodo per la salvaguardia delle finalità e dell’approccio al fare banca in continuità con la tradizione del credito popolare, come per altro previsto dall’art.2, paragrafo 3, del nuovo Statuto della Banca che sarà in approvazione nella prossima assemblea straordinaria dei soci.

In questo contesto il Comitato avanza in particolare la proposta che la Banca nella sua nuova veste giuridica di società per azioni possa, in un prossimo immediato futuro, assumere lo status di società benefit per azioni.

Ciò consentirebbe di rafforzare anche statutariamente e valorizzare le finalità e gli indirizzi degli attuali articoli 1 e 2 dello statuto come “vincolo statutario” che verrebbe così conclamato anche nella nuova condizione di società per azioni.

Sono ormai numerose le società italiane, alcune di grande rilievo (ci risultano essere già circa 1.500), che hanno optato per questo status previsto dalla legge italiana che consente di inserire nello statuto finalità ulteriori rispetto a quella del perseguimento del puro profitto. Tra queste società benefit vi sono società di grandi dimensioni e notorietà come, ad esempio, la Società Chiesi, una delle maggiori farmaceutiche italiane, e la Società Illy. Vi è anche una società bancaria che ha ultimato senza particolari problemi questo iter (Civibank, Banca di Cividale).

Le origini della figura della società benefit sono americane e sono state promosse da imprenditori responsabili. L’introduzione in Italia del concetto e poi della relativa legge sono state, tra l’altro, ispirate da cittadini valtellinesi, testimonianza ulteriore che si tratta di valori che hanno profonde e radicate radici nel territorio e che sono sempre stati osservati dalla Banca Popolare di Sondrio.

Il Comitato segnala inoltre, il  profondo rammarico che un’assemblea storica,  e che incide così profondamente nello status dei soci, quale quella che si terrà nei prossimi giorni, possa svolgersi senza la possibilità di una aperta discussione assembleare, magari in remoto.