Sguardo d’Artista. Giorgione, Carpioni, Guardi e Canaletto tra mistero, mito e invenzione, dal 5 novembre alla Fondazione Zani a Cellatica.

L’esposizione temporanea “Sguardo d’Artista. Giorgione, Carpioni, Guardi e Canaletto tra mistero, mito e invenzione” è allestita nella sala delle temporary exhibitions integrata al percorso espositivo permanente della Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani a Cellatica (BS). “Un nuovo progetto espositivo che parte, ancora una volta, dalla precisa volontà di valorizzare il patrimonio della Casa Museo, fonte inesauribile di ispirazione per percorsi culturali inediti e trasversali. Il museo, con le sue collezioni, resta infatti il nostro punto di riferimento”, ricorda Massimiliano Capella, direttore della Casa Museo.   

La mostra-dossier prende spunto infatti dal dipinto esposto nella Sala del Ridotto (camera da letto della Casa Museo) raffigurante “La presentazione prima del matrimonio”, opera del 1750 circa di Pietro Longhi (Venezia, 15 novembre 1701 – Venezia, 8 maggio 1785). L’opera è un’istantanea del ricevimento prima del matrimonio tra Giovanni Grimani e Caterina Contarini (celebrato il 27 aprile 1750 a San Trovaso) e introduce un’usanza assai diffusa: la presenza dell’autoritratto dell’artista nella scena raffigurata. L’uomo in piedi, con marsina verde, dietro il padre della sposa, è tradizionalmente identificato con lo stesso Pietro Longhi, vista la stretta somiglianza con altri autoritratti conosciuti dell’artista.  

Le opere scelte per l’esposizione consentono, data l’ubicazione centrale nel percorso espositivo della Casa Museo, di creare un dialogo con alcuni dipinti selezionati della collezione permanente (in particolare con quelli di Canaletto, Bellotto, Tiepolo, Guardi), spostando però il punto di osservazione dello spettatore dallo stile dell’artista alla sua identità. I ritratti selezionati consentono infatti di avviare una riflessione sull’immagine dell’artista in area veneta del XVII e XVIII secolo, tra invenzione, celebrazione e un pizzico di mistero.  

Le quattro opere esposte offrono un ventaglio completo della ritrattistica in età barocca. Se l’opera di Pietro della Vecchia è infatti sostanzialmente un ritratto di invenzione, quella di Carpioni è invece un ritratto autocelebrativo, funzione confermata anche dall’esistenza di numerose versioni realizzate dall’artista. Carpioni volle mettere in evidenza in questo suo autoritratto tanto l’accento introspettivo quanto l’attenzione particolare ai moti dell’animo. Decisamente commemorativo appare il ritratto di Canaletto realizzato da Antonio Visentini per il frontespizio della serie “Prospectus Magni Canalis Venetiarum”. Una sorta di omaggio di Pietro Longhi al collega Francesco Guardi è infine il bel ritratto del 1764 nel quale il pittore è immortalato nell’intimità, come in un’istantanea rubata nel momento in cui l’artista era impegnato a dipingere nel suo atelier.