“Iseo Jazz”: classica, improvvisazione, suoni acustici ed elettronici con il duo Manera-Remondini e le incursioni nel rock e nel pop del settetto di Marco Mariani venerdì 9.

Sarà una serata decisamente trasversale quella che venerdì 9 luglio, sul sagrato della Pieve di Sant’Andrea, inaugurerà la tre giorni tutta iseana del festival Iseo Jazz, con due formazioni originali e singolari nella proposta. Musica classica, libera improvvisazione, suoni acustici ed elettronici, riuniti da un atteggiamento jazzistico, formeranno lo schema del programma del primo dei due concerti, quello del duo composto dalla violinista italo-spagnola Eloisa Manera e dal violoncellista Marco Remondini, entrambi impegnati anche con l’elettronica.
La musica spazierà tra pagine di Bach, Bartok e Ligeti, brani di matrice jazz e composizioni originali. Entrambi i musicisti possiedono forti radici classiche, ma hanno poi sviluppato l’arte dell’improvvisazione, anche la più radicale. Eloisa Manera ha collaborato con moltissimi artisti, italiani e non, tra cui Herbie Hancock, Ralph Alessi, Noa, Skin, Giovanni Sollima, Mario Brunello, Marlene Kuntz, Paolo Fresu ed Enrico Intra.

Marco Remondini ha fatto parte del Trapezomantilo di Mauro Negri e dell’ottetto di Gianluigi Trovesi, ma ha condiviso il palco anche con altri noti jazzisti italiani e stranieri (tra cui Paolo Fresu, Günter Sommer e Rudy Migliardi), con grandi cantautori (uno su tutti: Franco Battiato), attori, poeti, divulgatori e danzatori, tra i quali Dario Fo, Alda Merini, Lella Costa, Piergiorgio Odifreddi, David Riondino e il marionettista Giorgio Gabrielli.

Il secondo concerto vedrà protagonista il settetto del trombettista Marco Mariani, già in passato ospite di Iseo Jazz con un progetto su Kenny Wheeler. Mariani e il suo gruppo, formato da musicisti di assoluta competenza, coniugheranno il jazz con il mondo del rock e del pop, dagli anni Sessanta al Duemila, presentandoli in maniera eclettica attraverso forme dilatate che consentono innesti sonori provenienti da differenti generi musicali e spazi solistici inconsueti per le famose melodie in programma, che confermano la loro inesorabile forza. Così Miles Davis si insinua nei Deep Purple e Gil Evans nei Led Zeppelin in un progetto che unisce il rigore artistico al gusto per il “divertissement” con pezzi quali “Whole Lotta Love” dei Led Zeppelin, “Smoke On the Water” dei Deep Purple e tanti altri brani conosciuti per le versioni degli Yes, degli Smash Mouth e dei Police. In questo progetto di Marco Mariani, docente di tromba e musica d’insieme ai Civici Corsi di Jazz, i suoni acustici, elettrici ed elettronici trovano una sintesi efficace, interpretando magistralmente uno dei filoni in cui quest’anno si articola il festival.