Passa dalle note della musica proibita, degenerata, il ricordo della Shoah, che l’Associazione Figli della Shoah, in collaborazione con il Conservatorio di Milano ancora una volta offre alla Città di Milano e al pubblico della Sala Verdi nell’annuale evento dedicato alla MEMORIA, programmato come sempre alle ore 20.30 del 27 gennaio.
Ne scrive Claudio Ricordi, tra gli ideatori della serata: «Impercettibile o assordante, mesta o gioiosa, la musica si intreccia con la Storia e con le storie, in un flusso inarrestabile nel bene e nel male.
Attraverso la musica vogliamo raccontare alcuni momenti del Male assoluto, la Catastrofe. Una colonna sonora di suoni, voci, musiche che raccontano un crescendo drammatico, che inizia quasi sommessamente con le leggi razziali nazifasciste del 1933 e del 1938 e si spinge sino al salto nel vento dello sterminio nella sua fase finale. Una colonna sonora che vorremmo non fosse mai stata scritta.
Quello che vogliamo raccontare è ben poco, ma è pur sempre un sassolino messo sulla tomba della Memoria. Per non dimenticare, per ricordare, si deve prima conoscere. E alla conoscenza e al ricordo servono anche le storie della musica allora perseguitata, proibita, dimenticata al di qua e al di là delle Alpi: quella composta o eseguita da ebrei, il blues e il jazz quale musica “negroide” sostenuta dal “giudaismo nordamericano”. La “pura tradizione musicale germanica” e “l’italica purezza melodica” sono in pericolo! Ma la “musica degenerata” vive e sopravvive al nazifascismo, eseguita con poche mascherature un po’ ovunque nei locali e alla radio. Anche nei lager, talvolta voluta e organizzata dagli stessi nazisti.
Sul palcoscenico della Sala Grande del Conservatorio di Milano montiamo un cantiere-laboratorio, aperto e duttile, al limite dell’improvvisazione, seguendo la musica come filo conduttore: musica dal vivo, interventi registrati (con le voci di Nedo Fiano, Peter Kammerer, James Conlon, Virgilio Savona, Franco Cerri) e dal vivo, ricostruzioni di ambienti, suoni, rumori».
Per il Conservatorio di Milano e l’Associazione Figli della Shoah si tratta del diciannovesimo Giorno della Memoria organizzato insieme. Le due realtà lavorano infatti congiuntamente dal 2003, per celebrare la Memoria della Shoah e soprattutto per trasmetterla alle giovani generazioni.
Di seguito la locandina della serata:
Giovedì 27 gennaio 2022
Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano
Sala Verdi
ore 20.30
La serata è trasmessa in diretta streaming
sulle pagine facebook del Conservatorio e dell’Associazione Figlio della Shoah
Saluti istituzionali
Felix Mendelssohn-Bartholdy, Marcia nuziale con arrangiamento swing
La chitarra jazz: Django Reinhardt, Nuages
I blues dal mondo classico:
E. Schulhoff, Blues
V. Ullmann, Das Waren-Blues
G. Klein, Blues
S. Wolpe, Blues
George Gershwin, I got rhythm sigla dei Ghetto Swingers (Terezín)
arrangiamento di G. Liberatore
La musica in Italia
William Christopher Handy, Le tristezze di San Luigi (St. Louis blues)
suonato da Luigi Bracciodiferro (Louis Armstrong)
arrangiamento di G. Buonaiuto
Dal repertorio di Natalino Otto, No Jazz
Medley del Trio Lescano: Tulipan, Maramao
Sam Coslow, Mr. Paganini ovvero Radames dal repertorio del Quartetto Cetra
arrangiamento di F. D’Urso
Alberto Rabagliati, Quando canta Rabagliati, dal repertorio di Giovanni D’Anzi
arrangiamento di D. Saetta
Gorni Kramer, Pippo Barzizza, Pippo non lo sa (Quel motivetto che mi piace tanto)
arrangiamento di G.M. Chiarella
Gorni Kramer, Mood indigo
Glenn Miller, In the mood
John Carisi, Israel
Claudio Ricordi e Mariella Zanetti autori e regia
Ira Rubini, Luca Bragalini presentazione
Claudio Moneta letture
Verdi Jazz Orchestra
Pino Jodice direzione e arrangiamenti
Ingresso alla serata previa registrazione all’indirizzo biglietteriachiostro@cosmilano.it.
Con obbligo di green pass rafforzato e mascherina ffp2.
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Il passaggio del testimone della Memoria alle giovani generazioni avviene anche attraverso un altro appuntamento organizzato annualmente sempre insieme da Conservatorio di Milano e Associazione Figli della Shoah.
Si tratta dell’appuntamento per il pubblico delle scuole, ospitato in Sala Verdi sempre il 27 gennaio, ma alle 10.30 del mattino, anche trasmesso in diretta streaming sul canale youtube dell’Associazione Figli della Shoah e sul sito del Sole42ORE.
Dal titolo TROPPO PICCOLO IL CIELO, quest’anno l’appuntamento è dedicato al campo di Terezín, come scrive Matteo Corradini, che ne è l’ideatore: «La cittadina fortificata di Terezín (in tedesco Theresienstadt) fu edificata alla fine del XVIII secolo come roccaforte dell’Impero austroungarico a sessanta chilometri da Praga. Dalla fine del 1941 fu utilizzata dalla Germania nazista nel progetto di deportazione e distruzione degli ebrei d’Europa. Il campo di Theresienstadt fu trasformato in ghetto e luogo di transito, divenne campo di lavoro e in seguito lager di propaganda.
Qualcuno definiva il ghetto con la frase «balliamo sotto il patibolo». Per la propaganda nazista era un luogo perfetto per mostrare all’opinione pubblica una realtà falsata: internati in salute, cibo abbondante, luoghi accoglienti, momenti di svago e libertà, una diffusa serenità. Venne girato un filmato che documentava il progetto: Theresienstadt. Ein Dokumentarfilm aus dem Jüdischen Siedlungsgebiet (Theresienstadt: un documentario della zona di insediamento ebraico).
Una parte degli ebrei rinchiusi a Terezín era costituita da intellettuali e uomini di cultura, musicisti, pittori, drammaturghi. La loro resistenza, nonostante la violenza nazista, consistette nel ricreare un fervente ambiente culturale all’interno del ghetto.
A Terezín confluirono quasi 150mila persone: inizialmente ebrei residenti nella Boemia annessa al Reich, e in seguito ebrei tedeschi, austriaci, olandesi e danesi. Tra di loro, 15mila tra bambini e ragazzi, dei quali ne sopravvissero 142. […] Del passaggio di ragazze e ragazzi a Terezín è rimasta una commovente testimonianza rappresentata da centinaia di disegni e decine di poesie. […] Nel ghetto sono nati e cresciuti cori, gruppi di cabaret, orchestre di musica classica e popolare. Era attiva perfino la critica musicale, nonché lezioni di musica e di teoria musicale. Si potevano ascoltare le opere sinfoniche e da camera di Mozart, Beethoven, Brahms e Janáček. Molti degli artisti imprigionati hanno cercato di mantenere la propria identità musicale attraverso lo studio e la prosecuzione della loro attività. Alcuni tra loro sono stati esonerati dai lavori del campo per essere inseriti nella cosiddetta “Divisione Svago” (Freizeitgestaltung). L’ebrea Ilse Weber, costretta a prestare servizio in infermeria, scriveva semplici e commoventi canzoni per i piccoli malati. Deportata, fu uccisa ad Auschwitz ma le sue musiche si sono salvate.
Nella cittadina di Terezín era attiva già dalla fine del XIX secolo una fabbrica di strumenti musicali. Fondata da Wenzel Žalud, trasferita a Theresienstadt dal figlio Frantisek, che creò un laboratorio con annesso negozio, fu portata al successo grazie al lavoro di Pavel Žalud: la fabbrica produceva in particolare strumenti per bande musicali e orchestre militari. Dal 1942 l’intera Terezín viene occupata e tutti i suoi abitanti spostati a forza in altri luoghi. La stessa sorte toccò alla famiglia Žalud, costretta a trovare una nuova abitazione nelle campagne circostanti e ad abbandonare la fabbrica. Il negozio con gli strumenti e quel che rimaneva del laboratorio vennero confiscati. I nazisti consegnarono gli strumenti musicali Žalud agli ebrei internati, perché li suonassero nel progetto di “abbellimento” (Stadtverschönerung) e propaganda che coinvolse l’intero ghetto.
Nelle operazioni di liquidazione del ghetto, dal 28 settembre al 28 ottobre 1944, gran parte dei musicisti vennero deportati ad Auschwitz, tra i quali i compositori Pavel Haas, Hans Krása, Gideon Klein e Viktor Ullmann».
Di seguito la locandina della mattinata:
Giovedì 27 gennaio
Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano
Sala Verdi
ore 10.30
La mattinata è trasmessa in diretta streaming
Sul canale youtube dell’Associazione Figlio della Shoah
e sul sito del Sole24ORE
TROPPO PICCOLO IL CIELO
Musiche, letture e Testimonianze dal Ghetto di Terezín
Matteo Corradini autore, regista e presentatore
Miriam Cappa attrice
George Gershwin (1898-1937)
I got rhythm
Django Reinhardt (1910-1953)
Nuages
VJO Verdi Jazz Orchestra
Pino Jodice direzione
Ilse Weber (1903-1944)
Ich wandre durch Theresienstadt
Elisa Dal Corso canto e voce recitante
Paolo Camporesi fisarmonica
Louis Armstrong (1901-1971)
St. Louis blues
Verdi Jazz Orchestra
Pino Jodice direzione
Ilse Weber
Und der regen rinnt
Elisa Dal Corso canto e voce recitante
Paolo Camporesi fisarmonica
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Allemanda dalla Partita in re minore BWV 1004
Jacopo Martinazzi detto Botter violino
Ilse Weber
Wiegala
Elisa Dal Corso canto e voce recitante
Paolo Camporesi fisarmonica
Ingresso alla mattinata previa registrazione all’indirizzo biglietteriachiostro@cosmilano.it.
Con obbligo di green pass rafforzato e mascherina ffp2.
L’organizzazione del Giorno della Memoria per il Conservatorio di Milano
è a cura di Lydia Cevidalli e Nicoletta Mainardi