Lunedì 30 maggio 2022
Milano, Fabbrica del Vapore
Lotto 9A
Sala Donatoni
ore 19.00_primo concerto
ore 21.00_secondo concerto
Una serata con SALVATORE SCIARRINO
e la sua opera pianistica nell’esecuzione dei pianisti della Call for Young Performers, corso annuale di pianoforte e musica da camera con pianoforte tenuto da Maria Grazia Bellocchio, pianista di Divertimento Ensemble e interprete di prim’ordine della musica d’oggi.
Tra le attività formative di IDEA, International Divertimento Ensemble Academy, occupa un posto importante il corso annuale di pianoforte e musica da camera con pianoforte dedicato al repertorio contemporaneo. Ogni anno il corso si concentra sull’opera pianistica e da camera con pianoforte di un compositore: nel 2022 il compositore è Salvatore Sciarrino, ospite dei due concerti in programma il 30 maggio.
In apertura di serata conversazione tra Sandro Gorli, direttore artistico e musicale di Divertimento Ensemble, Salvatore Sciarrino e Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano.
Due i concerti, come di seguito.
Primo concerto. ore 19.00
Conversazione tra Salvatore Sciarrino e Sandro Gorli
Partecipa l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi
Salvatore Sciarrino (1947)
Sonatina per violino e pianoforte (1974-75)
Daniele Sabatini-Simone Rugani
Notturno n. 4 (1998)
Anamorfosi (1980)
Silvia Giliberto
Dita unite per pianoforte a 4 mani (2006)
Faccini Piano Duo: Betsabea ed Elia Faccini
Perduto in una città d’acque (1990-91)
Maria Quaranta
D’un faune per flauto in sol e pianoforte (1984)
Michelangelo Lazzareschi-Simone Rugani
Due notturni crudeli (2001)
Gianluca Faragli
De la nuit (1971)
Dmitry Batalov
Secondo concerto. ore 21.00
Salvatore Sciarrino
Esecuzione integrale delle Sonate per pianoforte
I Sonata (1976)
II Sonata (1979-83)
Dmitry Batalov
III Sonata (1990)
Daniele Fasani
IV Sonata (1992)
Maria Iaiza
V Sonata (1994)
Annalisa Orlando
«Nella produzione di Sciarrino ogni genere musicale (capricci per violino, pezzi per flauto ecc.) si sviluppa secondo principi simili a quelli che sono alla base dell’evoluzione della sua opera complessiva, ma adattati allo specifico ambito musicale. L’atteggiamento compositivo è il medesimo. Ciò che cambia è il tipo di “approccio antropologico”, per usare un’espressione cara al compositore. E cioè il modo di servirsi delle caratteristiche organologiche di ogni strumento (o gruppo strumentale) per “inventare suoni, dunque tecniche nuove che la tradizione consolidata impediva di cogliere”.
Sciarrino rivendica un’idea di modernità che può anche fare a meno di nuovi strumenti, perché la vera modernità sta nella capacità di far scaturire il nuovo ovunque si annidi; dunque, anche e specialmente dagli strumenti tradizionali rigenerati dall’originalità e dall’intensità della visione sonora. Il nuovo non è la ricerca di effetti da aggiungere al repertorio della sperimentazione, ma la creazione di nuovi mondi sonori che valorizzino e potenzino le peculiarità espressive e tecniche di ogni strumento.
Mondi sonori che non intendono affatto escludere la tradizione in quanto tale, ma la “tradizione consolidata”, vale a dire la tradizione divenuta cliché, standardizzazione, convenzione sedimentata, e che in quanto tale impedisce una rigenerazione del linguaggio. Con la tradizione intesa come patrimonio creativo e come stimolo incessante a un confronto e a un superamento, Sciarrino ha sempre intrattenuto un dialogo intenso. Superamento dei limiti della “tradizione consolidata” significa anche superamento dei limiti delle tecniche e delle prassi strumentali. La composizione prima, e l’esecuzione poi, come sfida».
Nel caso della produzione pianistica e delle Sonate per pianoforte, in particolare «una sfida tanto più strenua perché rivolta direttamente al cuore meccanico dello strumento. Sciarrino non aggira il problema trasformando il pianoforte in un’arpa o in un gamelan, ma forzando meccanica, tecnica e prassi esecutive, alla scoperta di risorse segrete ma connaturali allo strumento».
Nella sua produzione pianistica «il compositore si propone lo stesso obiettivo poetico della musica per archi e strumenti a fiato: concepire traiettorie formali che facciano risuonare figure sonore capaci di rivelare l’anima dello strumento (o, nel caso del pianoforte, la sua natura percussiva)».
Entrando nello specifico delle Sonate per pianoforte, in occasione della prima esecuzione italiana dell’integrale delle stesse al Teatro Massimo di Palermo nel 2007, Salvatore Sciarrino dichiarava in un’intervista: «Il cambiamento nello stile di questi brani è determinato non solo dal contrasto tra un pezzo e l’altro, ma anche da un’evidente diversificazione epocale. La Prima Sonata è una cosmogonia oscura e plastica, figlia, nella sua struttura ciclica, della sonata tardo romantica; la seconda abbandona il clima macromolecolare e mostra articolazioni più scattanti; la terza è una riflessione storica sulla trasformazione del suono; la quarta, che sembra apparentemente immobile, è ancora una riflessione stavolta sul rapporto spazio-tempo; l’ultima, infine, è una sorta di grande recitativo».
Ingresso ai concerti con mascherina FFP2.
Prenotazioni al link:
https://form.jotform.com/DivertimentoEnsemble/concerto-30-maggio-2022
BIGLIETTI AI CONCERTI DI RONDÒ
da 3 a 12 euro