Davide Van de Sfroos e Massimo Priviero ai Venerdì del Babitonga.

C’erano una volta i negozi di dischi. Banconi e scaffali di legno, luce soffusa, botteghe fumose d’altri tempi. I negozi di dischi sono stati luoghi fondamentali di formazione, aggregazione, promozione culturale, luoghi autentici che le nuove generazioni non conosceranno. La musica ora si pesa in giga, i nostri iPod e telefonini possono contenere milioni di canzoni. È un delirio d’onnipotenza della cultura, ma siamo sempre più miseri perché non abbiamo più gli strumenti per riconoscere la qualità e affinare i nostri gusti.

Il 26 novembre si celebra in tutto il mondo il Record Store Day, per sostenere i negozi di dischi che resistono e diventano presidi di cultura, come Carù Dischi a Gallarate. Il quotidiano inglese The Guardian ha inserito Carù nella top 10 dei migliori negozi di dischi al mondo. Il negozio è stato fondato nel 1942 e a metà degli anni ‘60 ha preso una svolta importante iniziando a promuovere non solo la musica classica ma anche il rock internazionale, diventando meta di culto per tutti gli appassionati di musica.

Nel 1977 Paolo Carù fonda il Mucchio Selvaggio, per poi fuoriuscirne nel 1979 e fondare un anno dopo il Buscadero, destinato a diventare il più importante punto di riferimento per la musica rock, country e folk in Italia. Si tratta oggi della rivista musicale più longeva d’Italia, che corre verso le 500 copertine e che resiste su carta stampata da oltre 40 anni.

Raramente la musica italiana trova spazio sulle pagine del Buscadero, che si occupa principalmente di rock americano, ma il 26 novembre, in occasione del Record Store Day, al Babitonga Café suoneranno ben tre artisti italiani che sono riusciti a conquistarsi l’ambita e prestigiosa copertina: Davide Van De Sfroos, Andrea Parodi Zabala (Barnetti Bros Band) e Massimo Priviero. Insieme a loro sul palco il trombettista milanese Raffaele Kohler, la giovane cantautrice Arizona Parker, la palermitana Sara Romano e gli Smallable Ensemble di Alex ‘Kid’ Gariazzo, cantante e chitarrista della Treves Blues Band. Sarà una festa in musica per celebrare e raccontare i negozi di dischi e questi oltre 40 anni ruggenti di Buscadero. Protagonisti saranno la musica e i collaboratori storici della rivista, che tra un set e l’altro racconteranno storie e aneddoti. Tra le storie ci sarà anche quella di Appaloosa Records, fondata nel 1979 da Franco Ratti e parte di IRD International Distribution, altro baluardo per la diffusione della musica in Italia. laFeltrinelli, con il suo coerente e costante impegno nella promozione della Cultura in Italia, è l’ultimo tassello per comporre il mosaico di una serata intensa e appassionata che si ricorderà a lungo.

La celebrazione del Record Store Day si terrà il 26 novembre 2021 dalle ore 19.30 alle 22.30 presso la Libreria laFeltrinelli di via Pasubio a Milano, nello spazio del Babitonga Café, e sarà un appuntamento speciale all’interno della rassegna “I Venerdì del Babitonga”, una serie di showcase musicali con protagonisti cantautori, artisti e gruppi provenienti dal panorama indipendente, milanese ma non solo, che vedrà ospiti il 3 dicembre Omar Pedrini e il 10 dicembre Alessandro Sipolo.

 

Nel 1980 sale al potere Ronald Reagan e Margaret Thatcher è eletta ancora Primo Ministro nel Regno Unito, Papa Wojtyla viene ferito in Piazza San Pietro, una bomba di matrice neofascista viene fatta esplodere a Bologna, Solidarność occupa i cantieri navali di Danzica e sempre in Italia un forte terremoto in Irpinia provoca la morte di più di 3000 persone.

Nel 1980 non c’erano i personal computer, non c’erano le email, non c’erano i cellulari né gli SMS, niente Google, niente Wikipedia, niente Amazon ed altre meraviglie.

Nel 1980 la musica la si ascoltava solo su vinile o attraverso le radio libere, non c’erano ancora i CD e non c’era il download.

C’erano molti negozi di dischi, molte edicole, molte riviste dedicate alla musica.

Mentre sui media imperversavano i Duran Duran, gli Spandau Ballet, i Pet Shop Boys, Michael Jackson, nel Dicembre del 1980 noi pubblichiamo una rivista dal nome improponibile, Buscadero, tratto da un famoso film con Steve Mc Queen.

La mission della rivista è semplice: far conoscere attraverso il Buscadero molti musicisti che noi reputiamo bravi ad un pubblico più vasto affamato di musica. E allora oltre alle colonne buscaderiane quali Bob Dylan, Van Morrison, gli Stones, i Grateful Dead, Leonard Cohen, Neil Young, John Prine ed altri allarghiamo il nostro campo d’azione parlando sulle nostre pagine di una moltitudine di artisti che altrimenti sarebbero rimasti sempre nell’ombra.

In questa ricerca qualitativa abbiamo cercato di essere sempre indipendenti dalle pressioni delle case discografiche: non abbiamo mai considerato le classifiche di vendite, il gossip, il colore. A noi interessava e interessa tuttora l’anima, lo spirito degli artisti. Avremo sicuramente molti difetti ma la scelta delle nostre copertine e dei contenuti è sempre stata guidata dalla nostra esperienza e poche altre testate possono vantare una coerenza così profonda.

A tutti quelli che ci hanno seguito in questi anni, a tutti quelli che ci leggono dal primo numero grazie e arrivederci nelle edicole e alla Feltrinelli di via Pasubio il 26 novembre. Noi continueremo a combattere.” – Guido Giazzi (direttore editoriale Buscadero)

 

“Il Record Store Day è una manifestazione importante a cui noi del Busca abbiamo sempre aderito. È una piccola bandiera, vicina al nostro modo di vedere la musica. I dischi del Record Store Day sono pubblicazioni esclusive per i negozi di dischi e non per le grandi distribuzioni e per quella diretta da Mr Bezos. Il Buscadero è un giornale indipendente, esiste dal Dicembre 1980 (Springsteen in copertina), e non ha mai mancato una uscita. Certo, dietro c’è molto lavoro, tanta passione e zero lire. Ma questo a noi importa ben poco, quello che ci interessa è divulgare la musica, fare conoscere gruppi o solisti che non sono conosciuti. Siamo stati i primi al mondo a dare la copertina al Buena Vista Social Club, a Norah Jones, a Tracy Chapman, a molti altri artisti che non erano nessuno, ma che poi sono diventati famosi. Pensate che Buena Vista Social Club ha venduto più di otto milioni di copie a livello mondiale.  Il nostro pregio, o difetto secondo alcuni, è quello di avere degli artisti favoriti che portiamo in palmo di mano, dai Grateful Dead a Van Morrison, da Bob Dylan a Jackson Browne, Neil Young, Chris Stapleton, Terry Allen, Gov’t Mule, Lucinda Williams, Bob Seger, James McMurtry, Allman Brothers Band, Rolling Stones, Jason Isbell, Tom Petty, Eric Clapton, Tom Waits e qui mi fermo. Altrimenti scrivo un numero intero.  Quello che ci interessa è divulgare la buona musica e non siamo soggetti ad alcun controllo: decidiamo noi quello che va fatto o meno. Chi va in copertina e che dischi dobbiamo spingere. La coerenza è la nostra forza, che con l’amore per la musica rimane la cosa più importante”. – Paolo Carù