Centenario di Strehler, alla Scala Le Nozze di Figaro sabato 26.

Il direttore d'orchestra britannico Daniel Harding sul palco del teatro Ariston durante la serata finale del Festival di Sanremo, 16 febbraio 2013. ANSA / CLAUDIO ONORATI

Per il sovrintendente Dominique Meyer “è una rinascita”, dopo una chiusura “troppo lunga” e la felicità è doppia se si riapre, sabato 26 giugno alle 18,30, con un capolavoro di Mozart come ‘Le nozze di Figaro’, con la direzione di Daniel Harding, e firmato da Giorgio Strehler, nel ricordo del grande regista di cui quest’anno ricorre il 100/o anniversario della nascita.

Ed è la prima opera in forma scenica rappresentata alla Scala, con l’orchestra in ‘buca’ e il pubblico in sala (760 spettatori, oltre un terzo dei posti a sedere) dal 22 febbraio 2020, quando era in scena ‘Il turco in Italia’ di Rossini.

Dopo arrivò la pandemia e il lockdown.

Questa edizione delle ‘Nozze’ è uno spettacolo ormai leggendario, che dal 1981 (ma la prima versione parigina era del 1973) ha registrato 68 rappresentazioni al la Scala. E tante ancora si prevede di vederne, visto che “l’allestimento scenico – come ha osservato Marina Bianchi, che ha curato la ripresa della regia di Strehler – è stato completamente rinnovato”.

E c’è un motivo, che va oltre l’omaggio al grande regista: “E’ un’edizione bellissima che mi ha sorpreso per la pulizia e la sobrietà della scena”, osserva il maestro Harding che aggiunge: “Io voglio una casa così!”. Una casa adattissima a ospitare un capolavoro che parla dell’essere umano, con tutte le sue debolezze e le sue contraddizioni, che nel libretto di Lorenzo Da Ponte vengono tradotte nel modo leggero e divertente proprio dell’opera buffa. Anche se l’analisi musicale fatta da Daniel Harding, evidenzia anche momenti bui “troppo dimenticati”.

Momenti in cui ci sono una ragazza giovanissima e un conte che cerca di insidiarla. Harding cita l’inizio del quarto atto “dove si capisce subito, dalla musica , che non è uno scherzo”.

“Mozart – spiega a sua volta Marina Bianchi – ci parla di relazioni, di stupri, di vendette. E alla fine si avverte un velo di tristezza, anche se viene spazzato via dalla conclusione felice”. (ANSA).