La Storia del Coronavirus a Lodi nel libro di Emiliano Fabbri.

La domanda nasce già dalle prime righe: perché proprio Lodi? O, più precisamente, perché proprio Codogno? Ce lo siamo chiesti in molti, e in particolare gli abitanti della prima “zona rossa” d’Italia. Smarrimento, sorpresa, incredulità: sono queste le sensazioni che affiorano già dalle prime pagine del volume “La Storia del Coronavirus a Lodi” (Typimedia Editore) che Emiliano Fabbri ci propone partendo da quel fatidico 21 febbraio 2020, quando per la prima volta l’Italia sentì parlare del “paziente 1”.

La Storia del Coronavirus a Lodi, e in Lombardia, è la cronaca in presa diretta di un evento imprevisto che certamente ha avuto un impatto straordinario nella comunità internazionale e nel nostro Paese. Alcune immagini hanno fatto il giro del mondo e sono destinate a incidersi per sempre nella memoria collettiva, basti pensare alla triste sfilata di camion militari piene di bare a Bergamo, o alle case per anziani dove in molti hanno trovato la morte. Il libro è il racconto di come il virus sia entrato in Italia prima e nel resto del mondo poi, dalla porta di accesso dell’ospedale di Codogno, dove è stato scoperto il famoso paziente 1. E questa è soprattutto la sua storia, quella di Mattia Maestri, un uomo normale, con una figlia in arrivo, che viene catapultato da Codogno al centro di una vicenda epocale, diventandone suo malgrado protagonista.

Ma è anche la storia di oltre cinquantamila abitanti di dieci Comuni della bassa lodigiana che hanno visto cambiare la loro vita da un momento all’altro, venendo blindati all’interno della prima “zona rossa”. È una storia di posti in terapia intensiva che vengono creati dal nulla da medici e infermieri che si sono trovati a combattere nelle trincee delle corsie d’ospedale la prima battaglia mondiale al Covid-19. E si raccontano proprio queste donne e questi uomini, come l’anestesista Annalisa Malara che ha scoperto il virus andando contro i protocolli. Il primario del pronto soccorso di Lodi che ha ribaltato il suo reparto da capo a piedi. Il pneumologo Francesco Tursi, passato da soccorritore a paziente. È la storia dei lodigiani d’America Bianca Balti e Danilo Gallinari, in ansia per la loro terra d’origine. È la storia di noi tutti, con la mascherina, in fila davanti al supermercato o in farmacia, delle canzoni dai balconi e della speranza scritta nei cartelli, per ritrovarsi al più presto davanti a un caffè in piazza della Vittoria, nel cuore di una città che vuole archiviare, senza dimenticare, questa terribile esperienza.

 

“Quando l’editore mi ha proposto di scrivere questo libro – sono le parole di Emiliano Fabbri –  era appena iniziato il lockdown in tutta Italia, ma qui a Lodi eravamo già al centro del mondo. Quel 21 febbraio, giorno del primo caso di contagio nell’emisfero occidentale, è stato per me e per tutti i lodigiani il nostro 11 settembre, una data spartiacque tra un prima e dopo. Il mio è stato il racconto in presa diretta del Coronavirus nel Lodigiano, da quel 21 febbraio al 4 giugno. Dal paziente 1 scoperto all’ospedale di Codogno alla visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sempre a Codogno. In questo periodo in cui il Lodigiano è stato al centro del mondo, io sono stato al centro del Lodigiano. Ho continuato a lavorare. Sono stato nella zona rossa. Sono finito in isolamento per timore di essere contagiato. Ho visto amici, anche giovani, intubati in terapia intensiva. Altri non li vedrò mai più perché il Covid se li è portati via. Mentre facevo fatica a far capire agli amici fuori Lodi la portata di questo dramma, ho cercato di raccontarlo, quasi fosse per me una terapia per sconfiggerlo. In un costante clima di paura giornaliera, ho visto nascere un diario della memoria. Alla fine, il virus ha aggredito anche me. Me ne sono accorto dal test sierologico. L’ho passato da asintomatico, ma l’attenzione e l’aver seguito le regole mi ha permesso di salvaguardare la mia compagna Sara e mia figlia Sophia. In queste mie righe c’è quello che abbiamo vissuto nella provincia di Lodi. In queste mie righe c’è quello che non avrei mai voluto scrivere. In queste mie righe c’è quello che non potrò mai dimenticare”.

 

LA STORIA DEL CORONAVIRUS A LODI E IN LOMBARDIA

A CURA DI EMILIANO FABBRI

TYPIMEDIA EDITORE

160 pgg

12,90 euro