El nost Milan, il programma FAI a Milano per il 2020.

Il FAI – Fondo Ambiente Italiano continua la sua indagine sul patrimonio artistico di Milano – dopo il corso “El nost Milan” – attraverso una serie di affondi monografici dedicati a edifici sacri e profani. In ogni lezione verrà esaminato un monumento attraverso plurimi punti di vista, con attenzione sia alla ricostruzione dei contesti storici e artistici che al valore culturale intrinseco del monumento.

Dopo vent’anni di corsi, giunti alla 13/ma edizione, il corso del FAI, curato da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, propone 20 appuntamenti a cadenza settimanale tra gennaio e novembre 2020 alle ore 18 nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano e aspira a porsi come un momento di riflessione sul destino di alcune emergenze monumentali di Milano, a fronte dei problemi della tutela e della crisi delle vocazioni, che hanno portato a riconversioni varie gli edifici sacri della città.

Dopo la collaborazione con il Piccolo Teatro, quest’anno è stato intrapreso un dialogo con un’altra realtà culturale milanese: la Civica Scuola di Cinema “Luchino Visconti”.
Spetterà ad alcuni suoi diplomati la realizzazione di brevi filmati con cui si apriranno tutte le puntate del corso. A queste clip seguirà la lezione affidata, come di consueto, ai giovani studiosi dell’Università Statale di Milano.

A partire dalla chiesa sconsacrata di San Paolo Converso nel centro storico, con le opere di Antonio e Giulio Campi, a San Maurizio al Monastero Maggiore, chiesa di origine paleocristiana sede del più importante monastero femminile benedettino della città; dalla settecentesca Villa Reale, splendido esempio di neoclassicismo milanese con le opere di Luigi Acquisti e Antonio Canova e residenza dei viceré d’Italia, a Santa Maria delle Grazie, nota come tempio del Cenacolo di Leonardo. E ancora, si andrà alla scoperta di Casa Bagatti Valsecchi, frutto di una straordinaria vicenda collezionista di fine ‘800, e di Casa degli Atellani, palazzo del ‘400 restaurato nel 1922 da Piero Portaluppi, con il vigneto che Ludovico il Moro donò a Leonardo da Vinci. (ANSA).