Cultura come ecosistema, il progetto di Terre Ambrosiane.

Terre Ambrosiane, IdeAzione e ASI Terzo settore, presentano al pubblico la loro prima Scuola di Formazione Culturale.

L’evento, coordinato da Luca Ceresa, presidente di Terre Ambrosiane, si terrà lunedì 28 ottobre, dalle ore 20.00, presso l’elegante locale milanese Serendepico in Piazza Castello. Dopo un saluto di indirizzo del Presidente, interverranno l’europarlamentare Angelo Ciocca, il senatore Claudio Barbaro e Presidente nazionale ASI, il consigliere regionale Max Bastoni e il professore Pasquale Lettieri, che oltre ad anticipare alcuni contenuti della sua lezione al corso, omaggerà a Terre Ambrosiane 200 copie del suo ultimo libro, a sostegno del progetto, presentandolo ai partecipanti.

“Bisogna studiare in modo nuovo – afferma Lettieri – in collegamento tra centri universitari e associazioni, musei, gallerie, luoghi espositivi, per evitare i rischi di teoricismo, che rendono inutile tanta conoscenza e quelli di tecnicismo che reputano tutto ovviabile con l’esperienza. Serve lo studio teorico e l’attività di tirocinio, in modo da connettere subito l’acquisizione metodologica astratta e la concretezza del fare e del fare bene”.
Questa una delle esigenze da cui nasce la “Scuola” di Terre Ambrosiane, associazione nata sulla spinta di una necessità identitaria e valoriale condivisa, con lo scopo di salvaguardare e promuovere la cultura ambrosiana. Nome e obiettivi evocativi, rivolti a mantenere vivo lo spirito lombardo- ambrosiano di supporto ai cittadini più deboli.
“Milano e i milanesi devono poter riscoprire il senso di comunità – sottolinea Ceresa – e questo passa soprattutto da una cultura diffusa, libera e imparziale; questa è la forza del corso che dovrà necessariamente formare le nuove generazioni di ambrosiani. Ringrazio i curatori scientifici del corso, la Prof.ssa Elena Fontanella e il Prof. Mario Ciampi per l’incessante lavoro e il grande risultato ottenuto assieme di aver creato questo immenso momento di arricchimento per la comunità”.

“C’è in sostanza – sottolinea Max Bastoni- una base su cui fare leva per stabilizzare un settore, quello della cultura, che comincia ad essere pesante anche in termini di Pil ed è possibile di incrementi, non automatici, ma relativi al grado di internazionalizzazione che riescono ad avere. Tutto questo ha bisogno di stati maggiori che abbiano capacità e volontà, ma anche orizzonte disciplinare, visioni gestionali e la capacità di compiere scelte strategiche”.