Olimpia, vittoria al cardiopalma a Mosca in Eurolega.

The Kiss of Death del Professor Micov cancella la tripla dall’angolo di Charles Jenkins, eccellente la prova dell’ex, e permette all’Olimpia di strappare la sesta vittoria esterna della stagione, 90-88 a Mosca con una rimonta fatta di energia, lucidità, un quintetto piccolo con cui ha supportato i momenti in panchina di un eccezionale Kaleb Tarcczewski, e infine anche la difesa giusta nel periodo in cui la gara è stata presa e capovolta. Vittoria voluta di forza contro un Khimki indomito: saltato nell’ultimo periodo giocando sui due lati del campo in modo impeccabile, costruiti sette punti di vantaggio, il Khimki ha rimontato sull’asse Thomas-Shved (23 punti al rientro, alcune prodezze da vero fenomeno nonostante una difesa su di lui sempre corretta e in alcuni momenti notevole). Spinta sull’orlo del baratro dalla tripla di Jenkins, Milano ha risposto con il 5-0 della vittoria. Cinque uomini in doppia cifra, un sesto Kuzminskas ha segnato i canestri del primo allungo e un settimo Nedovic nel secondo tempo è stato strepitoso.

IL PRIMO TEMPO – L’Olimpia parte con il quintetto alto, con Nunnally da guardia per marcare il pericolo Shved. L’avvio del Khimki è migliore: nei primi cinque minuti mette tre triple senza errori, con tre giocatori differenti, e prende anche quattro punti di vantaggio sul 13-9 quando Nunnally segna il primo canestro pesante della gara di Milano che fino a quel momento è stata timbrata soprattutto dall’energia di Kaleb Tarczewski (suoi tutti i primi sette punti). L’Olimpia resta aggrappata alla gara anche se lascia sul tabellone due tiri liberi e non trova ritmo al tiro da fuori mentre il Khimki è più ispirato. Jeff Brooks segna due volte a rimbalzo, ma la tripla di Sergey Monia è quella che chiude il periodo iniziale sul 25-20 Khimki. Sfruttando il suo gioco dentro-fuori e un Jenkins (10 nel primo tempo) ispirato sugli scarichi, il Khimki allunga a più nove. L’Olimpia ritrova un po’ di ritmo in attacco con sette punti a testa di Jerrells e Micov, così ritorna a meno tre, ma non riesce a fare di più perché perde due palloni consecutivamente e la squadra di casa la punisce prima con una tripla di Monia e poi un contropiede solitario di Thomas, scattando a più otto con time-out immediato di Coach Pianigiani. La seconda bomba di Micov tampona la falla ma solo per un attimo, anzi il Khimki spara un 6-0 che genera il primo vantaggio in doppia cifra della partita sulle ali adesso anche di Monia, micidiale nell’aprire il campo. Due giocate di James, una penetrazione in slow-motion e una palla rubata a Shved con canestro incorporato, bloccano il momento negativo, anche se l’ultimo canestro del tempo è una prodezza di Shved così il Khimki va all’intervallo avanti 54-45.

IL SECONDO TEMPO – L’Olimpia prova a rispondere in avvio di terzo periodo, ma subentra un po’ di frustrazione quando Shved segna due volte di fila con due prodezze, un runner dalla media e un tiro da tre con Tarczewski incollato addosso. Lenta a rientrare in difesa, Milano precipita a meno 14 e costringe Coach Pianigiani a spendere subito il time-out. Al rientro, Nunnally prova a caricarsi la suqadra sulle spalle: segna dalla media, segna di forza attaccando dal palleggio poi in transizione manda a schiacciare Tarczewski. Il 6-0 riporta Milano a meno otto e forza il time-out di Coach Kurtinaitis. Il Khimki si ritrova dopo la sospensione e spezza il ritmo dell’Olimpia che non riesce a essere continua sui due lati del campo, usando Brooks da 5 nominale all’uscita di Tarczewski che si spende anche sui cambi difensivi contro Shved. Kuzminskas sulla sirena tiene Milano a meno otto, 73-65, alla fine del terzo. Ancora con il quintetto “small” all’inizio del quarto quarto, l’Olimpia fa 5-0 con tripla di Nedovic ed entrata di Jerrells. Shved con un tiro libero allenta la pressione, ma Milano spara un ulteriore 4-0 con una penetrazione lungolinea di Nedovic e poi un’altra di Nunnally su palla rubata ancora da Nedovic. Il 9-1 obbliga Kurtinaitis al time-out sul 74-74. Ma l’inerzia resta nelle mani dell’Olimpia: Kuzminskas segna da tre e poi a rimbalzo. Per un attimo ci sono anche cinque punti di vantaggio per Milano, parziale interrotto da un canestro ravvicinato di Thomas. Una prodezza di Jerrells e un canestro di energia di Kuzminskas in contropiede scavano l’83-76 con il secondo time-out di Kurtinaitis. Qui il Khimki produce il massimo sforzo. Thomas attacca dentro l’area usando la sua taglia. Segna due volte poi Shved mette la tripla e il 7-0 significa che  è tutto da rifare. Coach Pianigiani spende il time-out nel momento più difficile del quarto periodo (qui c’è anche un tecnico sanzionato a Brooks). Dalla lunetta Shved sorpassa, Tarczewski risponde subito con il quintetto tornato tradizionale su assist di Nedovic. Dura un attimo perché Jenkins segna da tre, ma l’Olimpia resta lucida: Micov mette una tripla spettacolosa, la difesa regge, James segna i due liberi e Nedovic sceglie il momento giusto per spendere l’ultimo fallo su Shved quando Milano è avanti di tre. Il fenomeno russo sbaglia il secondo libero di proposito ma l’Olimpia controlla il rimbalzo e vince 90-88.

Così Coach Simone Pianigiani ha commentato la vittoria di Mosca: “È stata una grande partita perché eravamo ancora un po’ alla ricerca di noi stessi, stiamo ancora recuperando Nedovic e inserendo Nunnally e mostrato assetti anomali come lo smallball del quarto periodo, ma abbiamo costruito buoni tiri da fuori e tiri ad alta percentuale da sotto per tutta la gara. Nel primo tempo la difesa non è stata all’altezza dell’impegno anche se onestamente su alcuni canestri di Shved non so cosa avremmo potuto fare di più. Però siamo stati mentalmente nella partita, continuato a muovere bene la palla. Nel secondo tempo siamo andati molto meglio, abbiamo sporcato le loro percentuali, abbiamo attaccato i loro cambi difensivi con lucidità specie quando eravamo piccoli, e meritato di vincere. Quello che è importante e mantenere calma e concentrazione, non farsi prendere dal nervosismo, ma continuano a lavorare così, giocando insieme così possiamo essere molto competitivi fino in fondo”.