Soave Stories, le storie soavi di un vino bianco sempre più internazionale.

    Si è conclusa da qualche giorno Soave Stories, il nuovo evento creato dal Consorzio del Soave per fare il punto sulla denominazione che, forte dei prezzi in aumento e della fiducia e dell’entusiasmo dei produttori, sta vivendo un periodo di grande rilancio. Presenti oltre 64 selezionati giornalisti da tutto il mondo, che rappresentano i mercati principali del Soave (Germania, UK, US, Canada, Svizzera, Austria, Paesi Bassi, Danimarca, Giappone, Russia e Italia) per mostrare loro il lavoro fatto dai produttori coordinati dal Consorzio tutela sul fronte della valorizzazione e della tutela attiva della denominazione.

    Ben 30 le aziende che sono state protagoniste di Soave Seven, organizzato in collaborazione con la Strada del Vino Soave, per mostrare sia alla stampa che a un pubblico di winelovers l’incredibile potenziale di longevità del Soave negli anni. Sono stati degustati in verticale i Soave dell’annata corrente accostati allo stesso vino di almeno sette anni prima, ma non sono mancate bottiglie di annate anche più indietro come 2008, 2005 o 2002. Un successo certificato dalle oltre 500 presenze in sole due ore di manifestazione e dalla qualità dei prodotti presentati.

    Storie di vita e di vite anche nelle due degustazioni guidate da Kerin O’Keefe e John Szabo. I punti di forza sono molti; in primo luogo i vini, eleganti e pieni, che possono sfidare il tempo e mostrare il meglio di sé anche dopo diversi anni. Il racconto di questi suoli neri e bianchi e delle colline scoscese che creano una grande varietà di aromi e dei produttori che stanno intraprendendo un percorso sulla sostenibilità in vigneto grazie all’introduzione del Modello di Gestione Avanzata del vigneto Soave e ai numerosi progetti di ricerca che il Consorzio sta improntando.

    Il tutto sullo sfondo di un paesaggio unico, riconosciuto come Patrimonio Agricolo di Rilevanza Mondiale, che viene mantenuto in equilibrio e che deve essere preservato grazie a un’attenta conservazione dinamica. Nei valori di questo paesaggio è stato anche presentato il Volcanic Wine Park, progetto turistico che vuole mettere insieme il buono e il bello di questi territori che meritano di essere conosciuti da una vasta platea di persone.

    «Il progetto che il Consorzio sta portando avanti è ambizioso e in questo primo anno di lavoro alla guida del Consiglio d’amministrazione del Soave ho trovato prima di tutto unità di intenti da parte di tutti gli attori della denominazione – spiega Sandro Gini, Presidente del Consorzio – siamo tutti più consapevoli del patrimonio che abbiamo tra le mani e soprattutto del fatto che spetta a noi preservarlo e valorizzarlo. Ognuno di noi ha il compito di lavorare, in coesione con gli altri, per portare lontano questa denominazione che rappresenta il vino bianco italiano nel mondo. In questi giorni abbiamo avuto conferma di come ancora all’estero il Soave sia un nome conosciuto e rispettato e come sempre di più è accostato al potenziale di longevità e di grande versatilità gastronomica, oltre a essere un territorio pionieristico sui progetti legati alla sostenibilità. Il lavoro è ancora lungo ma siamo sulla giusta direzione»

    a cura di M.S