Sul Martinitt lo sguardo di Leonardo. Nel foyer il busto dello scultore Kossuth.

Continuano a Milano le celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci. In questi giorni le cronache raccontano della Madonna Litta, tornata temporaneamente a casa dalla Russia… mentre al Teatro Martinitt è di casa già da un po’ un busto in bronzo del poliedrico genio, realizzato con maestria dall’artista Wagner Alexander Kossuth. Fa bella mostra di sé nel rinnovato foyer e con sguardo di approvazione pare dare il benvenuto a chi si avventura in sala, nella consapevolezza che sul palcoscenico andrà in scena solo comicità geniale.

Il Martinitt non dimentica che, tra le tante lampadine che accendevano la mente fervida e lungimirante di Da Vinci, c’era anche il teatro… Tra le attività meno note, ma non meno degne di nota, di quest’uomo-prodigio c’era infatti anche quella di scenografo (oltre che costumista, regista e scenotecnico).

Precursore dei tempi, Leonardo progettò, tra le altre, una complessa macchina scenografica mobile, per portare in scena L‘Orfeo di Poliziano. Uno straordinario marchingegno rinascimentale, fatto di tiranti e saliscendi a collegare il sottopalco e il proscenio. Un sofisticato teatro mobile -con tanto di montagna che si apre sugli inferi- che anticipava l’uso degli effetti speciali e che qualche anno fa è stato fedelmente ricostruito, su disegni del genio toscano.

 

L’autore – Pittore, scultore, violinista e direttore d’orchestra, Wolfgang Alexander Kossuth (Pfrorten, Germania, 1947), nonostante la prematura scomparsa nel 2009, lascia al mondo una vasta e variegata eredità culturale, coltivata con la stessa passione tra musica e arti figurative. Le sue sculture uniche, molto apprezzate nel mondo dell’arte, sono spesso ispirate a personalità della musica, della letteratura e della danza. La figura umana, carica di dinamismo e di pathos, è al centro della sua produzione. Oggi alla sua poliedrica personalità è dedicato uno spazio nelle antiche rimesse del Palazzo Vescovile di Città della Pieve.