Coscienza di sé verrà presentato per la prima volta questa settimana: l’11 aprile a Milano, nel pomeriggio con un’esclusiva performance audio-video alla galleria KAOS e in serata con un vero e proprio concerto alla Cascina Torchiera.
La scaletta passa da Apertura, incaricata tanto di aprire il disco quanto di invocare “apertura mentale”, a Gelosia: “Considerando i numerosi casi di femminicidio e violenza domestica, oggi è un argomento di grande rilevanza”. Si prosegue con Autoaffermazione, la stessa Coscienza di sé che dà titolo all’intera opera – accompagnata da un claustrofobico video girato da Barnaba Ponchielli – e Amore libero. “La visione femminista della Goldman coincideva con l’aspirazione a una donna emancipata e capace di lottare in prima linea. In più, la sua idea di anarchia era da applicare a tutti gli aspetti dell’esistenza umana, sia politici sia individuali”.
Stefania Pedretti si è sempre confrontata con tematiche femminili durante il suo percorso artistico, ma mai in modo talmente esplicito. La sfida dell’utilizzo della lingua italiana, uno degli elementi-chiave della sua collaborazione con Iriondo, rende la comunicazione più vigorosa. Mentre lei canta, declama e urla, con la voce elaborata attraverso un vocoder, mentre si fa carne per il verbo della Goldman suonando anche i synth, Xabier Iriondo si concentra sul basso – la sua arma principale in questa avventura a due – e su una drum machine dei primi anni 70. “L’obiettivo era mantenere potenza e ferocia tramite strumenti non propriamente legati al rock nella sua forma tradizionale”. Ne viene fuori un sound moderno, legato all’avanguardia e all’art-punk eppure munito di una sua peculiare immediatezza. “Coscienza di sé è il nostro lavoro più popolare. Volevamo usare l’elettronica e ritmiche talvolta ‘accattivanti’ per fare arrivare a destinazione e magari canticchiare contenuti molto forti e significativi, soprattutto ora. Auspichiamo se ne possa discutere”.